Progetto NAVIGATOR: nasce in Toscana la prima biobanca di immagini per la ricerca oncologica
17/04/25
Con NAVIGATOR, l’Italia aderisce alla rete dell’EUCAIM, una federazione di biobanche digitali a livello europeo

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Con NAVIGATOR, l’Italia aderisce alla rete dell’EUCAIM, una federazione di biobanche digitali a livello europeo
Il progetto di ricerca NAVIGATOR, coordinato dall’Università di Pisa, ha portato alla creazione della prima biobanca di immagini oncologiche della Regione Toscana. Si tratta di un archivio digitale contenente dati eterogenei e pseudo-anonimizzati provenienti da pazienti affetti da tumori solidi, che sarà utilizzato per favorire la ricerca scientifica, con l’obiettivo di individuare nuovi biomarcatori e rendere le terapie oncologiche più personalizzate.
I primi passi. Nel corso della fase pilota, durata tre anni e finanziata interamente con fondi regionali, sono stati coinvolti diversi enti del territorio: due istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISTI e IFAC), le aziende ospedaliere universitarie di Siena e Careggi, l’AUSL Toscana Centro e l’Università di Pisa. Insieme, gli enti hanno raccolto i dati clinici, molecolari e di diagnostica per immagini (TAC e risonanza magnetica) di oltre 800 pazienti con neoplasie al colon, alla prostata e allo stomaco.
Il ruolo dell’imaging. Le immagini ottenute non vengono utilizzate solo per localizzare i tumori o descriverne la morfologia, ma possono fornire informazioni preziose sull’aggressività della malattia, sull’evoluzione del tumore e sulla risposta alle terapie. Si tratta di dati radiomici che, attraverso l’analisi di caratteristiche come la densità, i margini e il volume delle lesioni, possono essere interpretati come biomarcatori di imaging. Tali biomarcatori sono rilevabili tramite esami non invasivi e ripetibili, come la TAC o la risonanza magnetica, con evidenti vantaggi sia per i pazienti che per il sistema sanitario.
I punti di forza. A differenza delle biobanche tradizionali, che raccolgono tessuti, sangue o materiale genetico, NAVIGATOR rappresenta un nuovo tipo di biobanca digitale. Non si limita all’archiviazione dei dati, ma integra un Virtual Research Environment, un ambiente di ricerca virtuale che consente l’analisi incrociata di dati di tipo diverso – clinici, molecolari e di imaging – per individuare correlazioni statistiche, pattern ricorrenti e modelli predittivi utili alla comprensione e alla gestione delle malattie oncologiche.
L’IA. L’intelligenza artificiale, e in particolare le tecniche di machine learning e deep learning, svolge un ruolo centrale nell’elaborazione di questa grande quantità di informazioni. Dopo aver raccolto il primo set di dati, il consorzio sta addestrando una rete neurale artificiale con l’obiettivo di validarne l’efficacia nel supportare le decisioni cliniche future.
Un progetto di respiro europeo. Il progetto NAVIGATOR si colloca nel contesto di iniziative europee più ampie come la European Cancer Imaging Initiative e la rete EUCAIM, una federazione di biobanche digitali nata per facilitare l’accesso a dati utili alla ricerca oncologica a livello continentale. Nel marzo 2025, inoltre, è entrato in vigore un nuovo regolamento europeo per l’uso e la condivisione dei dati sanitari digitali. Questo passo normativo segna l’inizio della transizione verso lo European Health Data Space, un ambiente digitale unificato per i dati sanitari dei cittadini europei. Solo una volta garantita l’interoperabilità tra i diversi sistemi, sarà possibile sfruttare appieno il potenziale delle biobanche di immagini per migliorare le cure oncologiche.
L’integrazione nella pratica clinica. Attualmente, la biobanca non è ancora integrata nella pratica clinica. Questo passaggio richiede che la piattaforma sia interoperabile con i sistemi informativi sanitari esistenti, come il Fascicolo Sanitario Elettronico. L’interoperabilità tra database differenti rappresenta una delle principali sfide per il pieno utilizzo dei dati raccolti.
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