Il progetto nasce dalla sinergia tra la startup senese Proteo, i cui giovani fondatori Nicola Giardini, Federico Papi e Alessandro Sorri hanno ideato i dispositivi anatomici stampati in 3D, il dottor Giancarlo Caruso, dell’equipe diretta dal dottor Andrea Vitali che all’ospedale Palagi di Firenze si occupa di chirurgia della mano, e il personale che opera nel Gruppo riabilitazione arto superiore polifunzionale (Grasp), coordinato dalla dottoressa Daniela Zani.
Una bella storia di collaborazione tra enti pubblici e impresa che ha permesso di verificare, in una delle strutture più qualificate della Toscana, come i sistemi di fabbricazione digitale possano innovare il mondo dei dispositivi medici. I tutori messi a punto da Proteo prendono vita grazie a scanner, software di modellazione e stampanti 3D: strumenti a basso costo che permettono di convertire l’anatomia di un paziente in formato digitale, progettare un dispositivo medico anatomico al computer e realizzarlo fisicamente attraverso la stampa 3D. Obiettivo della sperimentazione preliminare era verificare, sia in termini di processo di lavoro che in termini terapeutici, gli eventuali vantaggi nell’adozione di dispositivi medici su misura.
La sperimentazione. Obiettivo della sperimentazione preliminare era verificare, sia in termini di processo di lavoro che in termini terapeutici, gli eventuali vantaggi nell’adozione di dispositivi medici su misura. Il test ha coinvolto pazienti con sindrome del tunnel carpale bilaterale allo stadio prechirurgico. I soggetti del test sono stati suddivisi in due gruppi randomizzati e hanno indossato il tutore per un periodo variabile da 30 a 60 giorni: il primo gruppo ha indossato, su una mano, un tutore stampato in 3D e, nell’altra, un tutore preconfezionato acquistato in un negozio di articoli sanitari; nel secondo gruppo, il confronto del tutore in 3D è stato fatto con un tutore in termoplastica modellato su misura, realizzato dalla dottoressa Silvia Sargenti, fisioterapista del Grasp, con la collaborazione della studentessa in fisioterapia Chiara Lasurdi. I risultati della sperimentazione hanno evidenziato ottime potenzialità dei tutori su misura in 3D.
I risultati dello studio pilota suggeriscono che la tecnologia 3D permette, senza l’intervento manuale di un professionista esperto, il confezionamento di tutori che offrono i vantaggi di comfort e di efficacia di quelli costruiti su misura, insieme ai vantaggi di facile reperibilità dei dispositivi preconfezionati. Ora seguiranno altri studi per approfondire la praticabilità dei tutori in tecnologia 3D in altre condizioni patologiche della mano, dove un dispositivo confezionato in maniera personalizzata è assolutamente indispensabile. Lo studio, che sarà prossimamente oggetto di pubblicazione, rappresenta solo il primo passo di una collaborazione attiva tra la startup Proteo e il Grasp, eccellenza toscana nel settore della riabilitazione dell’arto superiore.
Proteo. Startup iscritta nella sezione speciale del registro delle imprese italiano, è stata fondata a Siena ad aprile 2014 da Nicola Giardini, Federico Papi e Alessandro Sorri e sta crescendo con il supporto di Fondazione Toscana Life Sciences, incubatore d’impresa nel campo delle scienze della vita. Formazione tecnica e conoscenza dei sistemi di fabbricazione digitale sono le competenze che i tre giovani soci mettono a disposizione per portare l'innovazione tecnologica in campo sanitario. Proteo realizza dispositivi medici anatomici progettati secondo le diverse esigenze terapeutiche, estetiche e funzionali attraverso la stampa 3D. Il campo di applicazione primario è quello delle ortesi e dei tutori per mano e polso. www.proteomed.it, Facebook: ProteoMed Twitter: @ProteoMed.
Lascia un commento