Carciofi, fagioli neri, ciliegie, prugne, castagne, nocciole, vino e cipolla rossi. Sono solo alcuni degli alimenti tra quelli più ricchi di polifenoli che potrebbero essere alla base di un futuro prodotto nutraceutico da sviluppare come antidolorifico e sedativo della tosse. Nutrizione, farmaceutica e nutraceutica si incontrano in POFCADT, progetto finanziato della Regione Toscana nell’ambito del Bando Nutraceutica che si propone di identificare uno o più polifenoli o flavonoidi capaci di ridurre, appunto, il dolore e la tosse.
Che il terreno di ricerca sia interessante ce lo dicono i numeri: basti pensare che il dolore infiammatorio, neuropatico ed emicranico affligge circa il 30% della popolazione adulta e infantile, mentre il 10% circa è colpita da varie forme di tosse cronica. A questo si aggiunge che i farmaci oggi disponibili per il trattamento del dolore cronico non sono sempre efficaci e ben tollerati, e che il trattamento della tosse cronica è particolarmente insoddisfacente. Insomma, dietro questo progetto di ricerca potrebbero esserci delle concrete opportunità, sia in termini di bisogni medici inevasi che di spazi di mercato, per sviluppare uno o più prodotti nutraceutici capaci di portare benessere e sollievo a chi soffre di queste patologie. Un aspetto che non sarà lasciato al caso: la fase finale del progetto prevede, infatti, che sia valutato anche l’impatto nel mercato nazionale ed europeo di prodotti nutraceutici di questo tipo in base al prodotto agroalimentare che sarà selezionato.
Lo stress ossidativo. Il dato di partenza del progetto di ricerca, di cui è coordinatore e responsabile scientifico il professor Pierangelo Geppetti, direttore del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze, è che esistono già molteplici evidenze che indicano lo stress ossidativo come attivatore di neuroni sensitivi che contribuiscono a generare la condizione di ipersensibilità che stanno alla base del processo cronicizzazione. Che succede, in pratica? Nei processi molecolari attivati dallo stress ossidativo, ci sono dei canali - specifici Transient Receptor Potential (TRP) - che mediano stimoli dolorosi o irritativi e il riflesso della tosse.
Verso un prodotto innovativo. L’innovazione del progetto si basa sul fatto che concentrazioni di polifenoli/flavonoidi capaci di inibire i canali TRP sono più basse, e quindi più facilmente ottenibili in vivo, di quelle che producono l’effetto antiossidante. Perciò prodotti nutraceutici contenenti polifenoli o flavonoidi inibenti canali TRP possono raggiungere livelli tali da ridurre il dolore o la tosse cronici.
Il programma di ricerca. Nella prima fase i polifenoli e flavonoidi saranno analizzati come potenziali agonisti, agonisti parziali o antagonisti di canali TRP in neuroni sensitivi primari di roditori o in cellule umane. Gli esperimenti di elettrofisiologia saranno utilizzati anche per lo studio di neuroni sensitivi vagali implicati nel riflesso della tosse. Nella seconda fase i composti selezionati in vitro saranno valutati in vivo come inibitori dei canali TRP e, nella terza, sarà infine valutata la capacità della combinazione di due o più composti, somministrati per via orale, già attivi singolarmente di produrre effetti ancora più marcati in modelli di roditori di dolore infiammatorio/neuropatico/emicranico o in modelli di tosse.
L’impatto sul mercato. E’ in questa fase finale che entrerà in azione anche il Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell'Ateneo fiorentino, diretto dal professor Gaetano Aiello per individuare il potenziale di mercato del prodotto in base ai segmenti di domanda che manifestano bisogni di salute e benessere connessi con l’alimentazione e alle modalità di valorizzazione dei componenti nutraceutici da materie prime agroalimentari, attraverso strategie di posizionamento del prodotto.
Dalla ricerca al mercato, il gruppo di lavoro. Come per tutti gli altri progetti, i partenariati che si sono formati per accedere al bando vedono la partecipazione, accanto a gruppi di ricerca toscani, di imprese del territorio, espressione di una filiera completa. Nel caso di POFCADT, l’azienda partner è Anallergo di San Piero a Sieve, in provincia di Firenze, che potrebbe garantire una rapida trasferibilità dell’intero programma di ricerca sul territorio, in termini di sviluppo del prodotto e quindi di lavoro.
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