BioUpper, per Probiomedica il sogno continua
17/01/17
L’azienda toscana è tra le dieci finaliste del progetto promosso da Novartis e Fondazione Cariplo a sostegno dei giovani talenti che vogliono creare una startup nelle scienze della vita
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L’azienda toscana è tra le dieci finaliste del progetto promosso da Novartis e Fondazione Cariplo a sostegno dei giovani talenti che vogliono creare una startup nelle scienze della vita
Erano 151 le aziende al nastro di partenza di BioUpper, il percorso di training e accelerazione che supporta nuove idee di impresa nel campo delle scienze della vita promosso da Novartis e Fondazione Cariplo a sostegno dei giovani talenti che vogliono. A dicembre, dopo una settimana di formazione per tradurre le idee in un modello di business, c’è stata la prima scrematura e sono rimaste in 17. Il 10 gennaio sono stati scelte le dieci imprese finaliste tra cui c’è anche la toscana Probiomedica, che parteciperà alla fase di accelerazione. Un passaggio, questo, che consentirà di potenziare le competenze tecniche e le attitudini imprenditoriali e di supportare concretamente i gruppi di lavoro nello sviluppo del proprio progetto d’impresa.
Dopo questa fase inizierà il conto alla rovescia in vista della finale del 12 aprile, quando la giuria selezionerà i 3 migliori progetti che si aggiudicheranno un voucher di 50mila euro ciascuno da spendere per l’avvio della startup. Sul sito di BioUpper si trova la descrizione del dispositivo CapsuLight di Probiomedica (ne abbiamo parlato anche noi in questa intervista al Prof. Franco Fusi "Basta accendere la luce per sconfiggere il batterio) che offre “un’innovativa fototerapia per la cura dell’infezione da Helicobacter pylori, studiata per i pazienti antibiotico-resistenti, che rappresentano circa il 25% del totale. Il dispositivo è una capsula ingeribile che, una volta giunta nel tratto gastrico, eradica il batterio emettendo luce, evitando così gli effetti collaterali dell’attuale terapia antibiotica”.
“Probiomedica - sottolinea Giuseppe Tortora, amministratore esecutivo - nasce nel 2015 e fin dall’inizio del nostro percorso ci siamo resi conto della necessità di sviluppare, accanto all’eccellente attività di ricerca svolta in ambito universitario, una spinta imprenditoriale in grado di farci avvicinare al mercato nel migliore dei modi. Cogliendo i suggerimenti di alcuni investitori ci siamo resi conto che alcuni limiti potevano essere superati cambiando alcuni aspetti, sul fronte della tutela della proprietà intellettuale, e della struttura societaria. BioUpper è stata la prima opportunità per ripresentare il nostro progetto a investitori italiani e internazionali con una struttura societaria snella e operativa (insieme a Tortora c’è Anna Luzzi, ingegnere Junior, oltre al supporto dei gruppi di ricerca dai quali provengono) e, soprattutto, da una rafforzata proprietà intellettuale. Viviamo quindi l’esperienza del BioUpper come un’ottima occasione per dare un’ulteriore spinta imprenditoriale al nostro progetto e alla nostra azienda. La strada è quella giusta e noi andiamo avanti con l’entusiasmo di sempre convinti che l’importante sia continuare a camminare, senza mai fermarsi cercando di fare, il più possibile, passi in avanti”.
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