Pisa leader nei trapianti di fegato
07/02/18
Eseguito, per la prima volta, un trapianto di fegato da donatore a cuore non battente dopo aver sottoposto l’organo a perfusione normotermica.
filtra per Biotech&Pharma Medical Device ICT Nutraceutica Sanità
Eseguito, per la prima volta, un trapianto di fegato da donatore a cuore non battente dopo aver sottoposto l’organo a perfusione normotermica.
L'intervento, realizzato presso l'Azienda ospedaliero universitaria pisana, è il primo a livello internazionale. Altri centri italiani ed esteri hanno infatti realizzato trapianti di fegato da donatore a cuore non battente, ma nessuno aveva finora usato la combinazione delle due procedure, ossia anche la perfusione normotermica.
Il programma regionale di trapianto di organi da donatore a cuore non battente (DCD-donazione dopo la morte cardiocircolatoria) era stato avviato sul finire del 2016 e aveva visto la realizzazione solo di trapianti di rene. Nel 2017 però la macchina organizzativa del Centro trapianti di fegato ha lavorato alla realizzazione della perfusione normotermica del fegato, un’innovativa tecnica che consente di perfondere l’organo del donatore dopo il prelievo con sangue e nutrienti e prima ancora che sia trapiantato nel ricevente. Così, dopo aver eseguito 14 procedure con questo tipo di perfusione, l’équipe dell’Aoup l’ha applicata, tra il 3 e il 4 febbraio scorsi, per la prima volta alla donazione del fegato da un donatore a cuore non battente. Lo scopo di combinare la perfusione normotermica al trapianto da DCD è di migliorare le condizioni del fegato e di testarlo prima che sia trapiantato, valutandone la qualità.
L’intervento. Nella serata di sabato 3 febbraio, all’Aou di Careggi si è reso disponibile un donatore DCD. Sono immediatamente partite le procedure di segnalazione, l’attivazione dell’équipe di coordinamento infermieristico aziendale guidata dal dottor Juri Ducci e l’allerta dell’équipe di prelievo composta dal dottor Davide Ghinolfi e dal dottor Emanuele Balzano. Dopo aver prelevato il fegato, l’organo è stato riportato a Pisa dove è stato sottoposto a circa 3 ore di perfusione normotermica prima di essere trapiantato. La perfusione normotermica è stata realizzata dai dottori Davide Ghinolfi ed Erjon Rreka in collaborazione con Elisa Lodi. La procedura di trapianto è stata eseguita dal professor Paolo De Simone assistito dai dottori Nicolò Roffi e Marina Lucchesi, con l’assistenza anestesiologica fornita dai dottori Luca Meacci, Alicia Spelta e Lucia Bindi. Del trapianto ha beneficiato un paziente toscano in lista al Centro trapianti dell’Aoup da circa 2 mesi.
Il futuro. Questo intervento apre la strada all’attivazione su grande scala del programma DCD regionale con la prospettiva di offrire una soluzione terapeutica a pazienti in attesa di un fegato. Il risultato raggiunto rappresenta lo sforzo collettivo di una macchina organizzativa aziendale complessa ed efficiente, che ha visto impegnati circa 200 professionisti tra chirurghi, medici, anestesisti, infermieri e tecnici, insieme a tutti gli altri servizi aziendali. Con questo eccezionale intervento l’Aoup e l’Ateneo pisano confermano la vocazione trapiantologica, il ruolo di leadership internazionale e l’impegno a innovare ed esplorare nuove modalità terapeutiche per i pazienti in lista d’attesa di trapianto. Questi ed altri temi saranno dibattuti in occasione della prossima celebrazione per i 2000 trapianti di fegato che avrà luogo a Pisa, al Teatro Verdi, il prossimo 4 maggio.
Fonte: Ufficio Stampa Aoup (Azienda ospedaliero-universitaria pisana), Emanuela del Mauro, Andrea Zanotto.
Lascia un commento