Le scienze della vita, settore trainante anche nel 2018. Industria 4.0, Sanità 4.0 e collaborazioni pubblico-private, saranno le grandi partite del nuovo anno.
31/01/19
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Inizio anno, periodo di bilanci ma, soprattutto, grande occasione per guardare lontano, ridefinendo obiettivi e orizzonti professionali alla continua ricerca di innovazione scientifica, condivisione di competenze e tecnologie, rafforzamento della rete e delle partnership. Editoriale di Andrea Paolini (TLS), rappresentante del Soggetto Gestore del Distretto Toscano Scienze della Vita.
Il 2018 si è confermato sostanzialmente un anno positivo per le Scienze della Vita, in Italia e nel mondo.
Le Life Sciences, infatti, hanno dimostrato ancora una volta di essere un settore trainante verso l’innovazione, grande catalizzatore di finanziamenti da parte di Istituzioni e Enti nonché di attenzione da parte dei media. Non ultimo, a livello regionale, l’interesse che la Regione Toscana e l’Unione Europea hanno mostrato e messo in atto attraverso un costante supporto alle attività di ricerca scientifica sul nostro territorio. Ricordiamo che dal 2007 a oggi in Toscana (grazie ai Fondi Europei), solo nell’ambito delle scienze della vita sono stati finanziati oltre 140 progetti per circa 210 milioni di euro, con un cofinanziamento pubblico di circa 110 milioni di euro. Fondi che hanno permesso di progredire in termini di sviluppo infrastrutturale, innovazione scientifica, trasferimento tecnologico e formazione altamente specializzata, cercando di incrementare un modello sempre più dinamico e coeso.
Grande ottimismo anche per i segnali che arrivano dall’Europa su fronti innovativi, come la medicina personalizzata e l’intelligenza artificiale, che guidano la rivoluzione verso la medicina del futuro. In particolare l’Italia e la Regione Toscana sono coinvolte, con un ruolo di prim’ordine, in progetti come Regions4Permed e AI4Diag. L’Italia è il primo produttore europeo di farmaci (dopo anni di “inseguimento”, nel 2018 è arrivato il sorpasso della Germania) con una produzione di 31,2 miliardi di euro (contro i 30 dei tedeschi): un successo dovuto al boom dell’export, che è cresciuto di 15 volte, dal 1991 al 2017 (passando da 1,3 a 24,8 miliardi). Nella classifica nazionale per export la Toscana è al quarto posto, dopo Lazio, Lombardia e Campania [1]. Non scontato, sottolineare quanto le nostre aziende sul territorio toscano abbiano contribuito a questo grande risultato.
E’ sempre più evidente che procedere da soli rischia di portarci poco lontano e che le parole che guideranno strategie e decisioni future restano “condivisione” e “networking”. Ed è proprio di “network dell'innovazione” che dovremmo parlare poiché la ricerca scientifica, e non solo, si sviluppa sempre di più in partnership con università, imprese, centri di eccellenza, start-up, in una stretta e continua collaborazione pubblico-privata che corrisponde a una logica win-win, a beneficio di tutti e dell’intero Paese. A questo si aggiunge l’importanza di fare rete per unire le forze, proponendo un network di eccellenze come quello del Distretto Toscano Scienze della Vita, con l’intento di mettere a sistema gli sforzi dei singoli, coordinare attività integrate di ricerca e sviluppo attorno a progetti innovativi e rafforzarne la competitività. In questo è stata determinante la Strategia Regionale di Specializzazione Intelligente (RIS3) alla base della trasformazione tecnologica del nostro territorio, mirata a valorizzarne le potenzialità di sviluppo, facendo leva sulle eccellenze tecnologiche, di ricerca e innovazione.
Tra le grandi partite su cui si giocherà il 2019, sicuramente pensiamo a INDUSTRIA 4.0: già nel 2018 si è lavorato molto per l’avvio del competence center ARTES 4.0, centro di trasferimento tecnologico dedicato alla robotica avanzata e alle tecnologie digitali abilitanti, coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (con un finanziamento di 10,7 milioni di euro) e che vede coinvolti i principali attori industriali, accademici e della ricerca, dell’intero centro Italia, aprendosi anche ad altre realtà regionali come Marche, Umbria, Lazio, Sardegna. Un tassello del piano Impresa 4.0 voluto dal MISE che ha stanziato complessivamente 73 milioni di euro sugli otto progetti Italiani. Anche su questo fronte le Scienze della Vita giocano un ruolo importante.
Dal mondo della sanità, inoltre, auspichiamo una sempre maggiore e proficua integrazione con il mondo della ricerca scientifica. In una logica di SANITA’ 4.0, infatti, big data, blockchain e intelligenza artificiale rappresentano il futuro della cura e della prevenzione, in un paese con l’aspettativa di vita tra le più alte al mondo (la Toscana ha mantenuto il primato europeo anche nel 2017[2]), e quindi con una popolazione anziana sempre crescente, con una sempre maggiore attenzione alla propria salute. Questo crea opportunità per lo sviluppo di strategie di diagnosi, prevenzione e cura fortemente supportate dalla diffusione della tecnologia 4.0 in tutti gli ambienti del sistema sanitario. Ma gli ostacoli da superare sono ancora molti. Cercare di sviluppare una sincronia tra pubblico e privato potrebbe condurre a un sistema che sia effettivamente capace di affrontare le sfide future, cogliendo appieno le tante opportunità fornite dalle nuove tecnologie e dalla nuova programmazione europea per il prossimo Programma Quadro 2020-27.
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