Giotto Biotech: il futuro è nella metabolomica basata su NMR, ancora poco conosciuta in ambito medico e agroalimentare.
19/02/19
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Giotto Biotech srl, nata nel 2011 da uno spin-off del CERM (Centro di Risonanza Magnetica) all’Università di Firenze, è nota per aver dato un importante contributo alle scienze biomediche fornendo prodotti e servizi nelle tecnologie complementari alla risonanza magnetica nucleare. Oggi ne parliamo con Laura Bassani, marketing manager di Giotto Biotech.
Come è nata Giotto Biotech e di cosa si occupa?
Giotto Biotech è una PMI nata nel 2011 come spin-off dell'Università di Firenze su iniziativa di un gruppo di ricercatori e docenti afferenti al dipartimento di chimica. Per sua natura, si tratta di una realtà caratterizzata da una “doppia anima”, se così si può dire: da un lato è dedita alla ricerca e all’innovazione, dall’altro è mossa da uno spirito fortemente commerciale che si basa sulla promozione e la vendita dei prodotti e servizi sviluppati. Queste caratteristiche da una parte ci consentono di essere attivi nel campo della ricerca scientifica di alto livello, finanziata spesso con fondi pubblici (europei, nazionali e regionali). In questi anni abbiamo presentato 34 richieste di finanziamento di cui ben 11 sono state approvate e finanziate: abbiamo un tasso di successo nel presentare progetti di ricerca superiore al 30%. L’attività di ricerca scientifica pone le basi per sviluppare nuovi prodotti e spingere la crescita anche nell’attività commerciale. Per fare un esempio, abbiamo recentemente lanciato un rilevatore di acido peracetico aerodisperso molto apprezzato da chi opera nel campo dell’igiene industriale, un prodotto nato dal progetto “DICCAP” finanziato dalla Regione Toscana.
Che tipo di prodotti/servizi contraddistingue la vostra realtà?
I nostri prodotti e servizi sono indirizzati prevalentemente al mercato della ricerca sia in ambito accademico che privato e sono venduti ed apprezzati in tutto il mondo da aziende farmaceutiche, laboratori di ricerca e Università. Oltre la metà della nostra attività commerciale infatti è destinata al mercato estero. Attualmente l'azienda è composta da circa dieci dipendenti altamente qualificati ed esperti nel campo delle biotecnologie, della chimica organica e della risonanza magnetica (NMR) che possono rispondere con soluzioni e progetti “ad hoc” alle richieste dei nostri clienti. Come attività commerciale Giotto Biotech conta su: un laboratorio biotech per la produzione di prodotti biotecnologici (soprattutto proteine ricombinanti per la ricerca scientifica); un laboratorio di sintesi organica per composti organici sia da catalogo sia “custom” (es. analisi impurezze per conto di aziende farmaceutiche); accesso diretto alle strumentazioni NMR dell’Università di Firenze che fra l’altro ci ha consentito di sviluppare il servizio di analisi metabolomica basata su NMR (principalmente analisi di fluidi e tessuti nel campo biomedicale e nel campo agroalimentare, dove questo servizio consente fra l’altro la tracciabilità dei prodotti). Nell’ambito della metabolomica, vorrei aggiungere che la tecnica con NMR (Risonanza magnetica) ha il grande vantaggio di non distruggere il campione permettendo di conservarlo e riutilizzarlo per eventuali successivi confronti e verifiche.
Quali difficoltà/opportunità avete incontrato per partire?
L’opportunità più grossa è stata quella di poter usufruire di finanziamenti pubblici per l’avvio dello nostra realtà, anche se oggi possiamo contare sulla nostra capacità interna di generare risorse. Tra le difficoltà, quella di darsi una struttura organizzativa completa è stata sicuramente la più grande. Nel momento iniziale, avendo un forte focus oltre che una grande passione per la ricerca, è stato complesso pensare a come “costruire una azienda” (da un punto di vista amministrativo, organizzativo, gestionale etc.).
Quali difficoltà/opportunità allo sviluppo e entrata sul mercato e per la commercializzazione dei servizi dedicati alla metabolomica?
L’analisi metabolomica è una tecnica che ha avuto ampio sviluppo in campo scientifico ma è ancora poco conosciuta dagli operatori sia in campo medico, sia in campo agroalimentare. Ad esempio è stato ampiamente dimostrato come la semplice analisi degli spettri NMR del siero permetta l’identificazione di persone con celiachia, l’identificazione precoce dell’insufficienza cardiaca e recidive su pazienti operati di cancro al seno. Anche nel settore agro-alimentare i risultati sono molto interessanti: si riesce infatti a stabilire con molta precisione l’origine di un campione di latte e, addirittura, a rintracciarne la stalla di provenienza, a caratterizzare e riconoscere le modalità di conservazione e manipolazione di un prodotto alimentare. Grazie alle caratteristiche intrinseche dell’approccio via NMR, i risultati ottenuti sono sempre confrontabili con quelli ottenuti in altri laboratori o in altri momenti ovviamente a patto che ci siano protocolli standardizzati per la manipolazione dei campioni. Inoltre, si tratta di una tecnica innovativa in quanto “untargeted” infatti non si ricercano specifici biomarcatori ma si monitora l’intero profilo metabolico identificando così eventuali alterazioni che possono sfuggire alle canoniche analisi “targeted”. Tali applicazioni possono essere di grande interesse per gli operatori medici oppure per chi lavora in campo agroalimentare. Giotto Biotech si sta impegnando nella diffusione delle potenzialità di questa tecnica di analisi al di fuori dell’ambito strettamente scientifico dove è ormai nota e validata sviluppando servizi per gruppi di ricerca medica, laboratori di analisi cliniche e servizi diagnostici con risultati innovativi.
Quale supporto avete incontrato sul territorio e fuori?
Noi facciamo molto affidamento sulle strutture e i servizi che ci vengono offerti dalla Regione Toscana e dal Distretto: abbiamo una forte necessità di farci vedere e l’esser parte di un cluster funziona come vetrina verso l’esterno. Ad ogni modo, sentiamo molto la necessità di fare rete con aziende grandi, non necessariamente del territorio (anche a livello nazionale e internazionale). Esistono dei finanziamenti regionali alle imprese per l’internazionalizzazione ma quasi mai fanno al caso nostro perché finalizzate alle imprese artigiane più tradizionali. Per le realtà come la nostra, da questo punto di vista, il sostegno è nullo. Sarebbe importante che si prendesse in considerazione lo stesso tipo di opportunità pensate appositamente per le realtà più piccole e diversamente strutturate: noi ad esempio non andiamo alle fiere ma la nostra presenza è importante nell’ambito di congressi medico-scientifici dove possiamo presentare i nostri servizi ai ricercatori e ai medici.
Quale futuro immaginate per Giotto Biotech e quali i prossimi passi per i servizi offerti?
Ogni giorno ci impegniamo per trovare le strade migliori per una crescita organica del nostro business, sia in termini di avanzamento della ricerca scientifica sia in termini commerciali. Rispetto alla nostra offerta, stiamo puntando molto sulla analisi metabolomica con la messa a punto di questi servizi che possono essere di grande utilità per chi lavora in campo medico ma anche per i laboratori di analisi medica; in quest’ultimo caso come servizio complementare rispetto a quelli tradizionali. Di cosa avete più bisogno adesso? Ad oggi, dopo quasi 8 anni di attività, posso dire che siamo una realtà ben strutturata e funzionante che beneficia di buoni rapporti e accordi con l’università. La cosa di cui abbiamo più bisogno adesso è la visibilità sul mercato e per essere visibili occorrono risorse dedicate alla promozione dell’offerta.
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