Relief: da un’idea ad un prototipo ad un progetto imprenditoriale. Storia della start-up più giovane del distretto e del suo ambizioso progetto.
22/07/19
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E’ la start-up più giovane tra le affiliate al Distretto ma conta già diversi premi, percorsi di innovazione e esperienze con investitori del settore. Intervista alla co-fondatrice Gioia Lucarini.
Spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dove si è avvalsa delle competenze della Surgical Robotics and Allied Technology Area dell’Istituto di BioRobotica, RELIEF srl ha ideato un dispositivo endouretrale mininvasivo per pazienti affetti da incontinenza grave.
L’incontinenza urinaria è una disfunzione che colpisce circa 500 milioni di persone nel mondo di cui 3 milioni sono in Italia (World Health Organization, 2019).
Ne parliamo con Gioia Lucarini, co-fondatrice di Relief s.r.l. insieme a Tommaso Mazzocchi, Leonardo Marziale, Leonardo Ricotti e Novello Pinzi.
Come è nata Relief e di cosa si occupa?
Relief nasce come spin off della Scuola Superiore Sant’Anna nel 2019: una combinazione tra solide competenze ingegneristiche e robotiche e una sinergia tra diverse discipline come quelle dei soci fondatori Tommaso Mazzocchi, ingegnere biomedico, e Novello Pinzi, esperto in urologia. Proprio loro due, conosciutisi quasi per caso, hanno dato vita alla prima idea e al primo brevetto. Poi grazie a vari progetti di ricerca finanziati alla Scuola Superiore Sant’Anna, tra cui un progetto finanziato da INAIL e ancora in corso fino a febbraio 2020, dall’idea si è potuto realizzare e validare il primo prototipo di sfintere. Visti i risultati promettenti e il potenziale connesso, il progetto di ricerca si è trasformato anche recentemente in un’avventura imprenditoriale. Quello che Relief propone è uno sfintere endouretrale innovativo che può essere impiantato dal medico in ambulatorio con solo una leggera sedazione locale e con strumentazione standard e, una volta impiantato, il paziente può controllare la minzione semplicemente avvicinando un piccolo magnete permanente. E’ quindi una soluzione minimamente invasiva, low cost, unisex e utilizzabile anche da persone con limitate capacità motorie.
Qual è la vostra esperienza con i vari contest di riferimento in questo ambito?
I contest e i diversi premi vinti hanno consentito di trasformare la nostra ricerca in qualcosa di più concreto che piano piano si sta evolvendo in un piano imprenditoriale. Tutto questo è stato possibile grazie a dei progetti di ricerca finanziati al laboratorio di nostra appartenenza alla Scuola Superiore Sant’Anna tra i quali un primo progetto finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (progetto SUAVES), ma la vera svolta si è avuta con un progetto finanziato da INAIL, tuttora in corso fino al 2020, che ci consentirà di portare a termine la ricerca.
Infine, la trasformazione in una start-up è avvenuta di recente, nel marzo 2019, in seguito al fatto di essere stati selezionati come una delle 10 start-up del programma G Factor di Fondazione Golinelli.
Questi premi e contest hanno rappresentato per Relief degli importanti traguardi che stanno contribuendo a farci crescere e hanno permesso di ottenere finanziamenti per portare avanti la nostra attività. Posso dire che sono state delle vere e proprie “milestones” nel nostro percorso, fonte inesauribile di contatti e occasioni uniche di visibilità tra gli operatori del settore.
I premi per i quali siamo risultati vincitori sono la Borsa ricerca Salerno poi la Start Cup Toscana che ha dato accesso al Premio Nazionale dell’Innovazione (vinto nella categoria Life Sciences) insieme ad altri premi speciali come Premio Fondazione Golinelli, il premio di Associazione Ingegneria Clinica AIIC, e il premio di Boost Heroes e Mamacrowd e il Pharmintech. Inoltre siamo stati anche selezionati per il Premio dei premi al Senato che ci è stato consegnato dall’onorevole Casellati. Siamo, infine, risultati vincitori del programma di accelerazione di Gaetano Marzotto nell’ultima edizione di giugno (con l’accelerazione assegnataci presso il Bioindustry Park) e, di conseguenza, in lista per il premio finale di novembre.
Quali difficoltà/opportunità avete incontrato per partire?
Le più grosse difficoltà sono quelle di carattere finanziario, aspetto comune a molte start-up soprattutto in Italia, quindi per una società agli esordi come la nostra, la ricerca di investitori. Mano a mano che stiamo crescendo stiamo incontrando anche difficoltà di carattere amministrativo perché nella trasformazione da progetto di ricerca ad impresa occorre avere delle competenze manageriali che difficilmente sono già presenti nel team di partenza ma sulle quali ci stiamo istruendo anche grazie al programma di accelerazione G Factor di Fondazione Golinelli.
L’opportunità più consistente è invece quella offerta dalla possibilità di fare networking.
Fondazione Golinelli: una valutazione sull’esperienza che vi vede coinvolti.
La Fondazione, in qualità anche di socio di minoranza di Relief, ci sta appoggiando in termini di competenze imprenditoriali, know-how, condividendo la loro esperienza nell’ambito del progetto imprenditoriale, e in termini di networking favorendo la costruzione di una rete con altre start-up e stakeholder che già afferiscono al loro ecosistema. Inoltre, la Fondazione Golinelli ci sta supportando molto proprio nel passaggio delicato dall’idea/progetto di ricerca a impresa vera e propria.
Il rapporto con gli investitori: che impressione vi siete fatti fino ad ora?
Come dicevo, si tratta di un rapporto cruciale per una realtà come la nostra. La partecipazione a contest e premi ha sicuramente favorito la creazione di contatti in questo ambito, nonché una occasione unica di visibilità per il progetto. Durante il nostro percorso abbiamo infatti suscitato interesse in un pool di investitori con cui al momento siamo in fase di negoziazione.
Distretto toscano Scienze della Vita: un connubio ancora da esplorare. Quali sono le vostre aspettative a riguardo?
Sentiamo molto la necessità di fare rete con altre aziende e pensiamo che il Distretto toscano Scienze della Vita ci consentirà di fare sinergia e sviluppare modalità di cooperazione con altre realtà altrettanto innovative come la nostra.
Inoltre speriamo di entrare in una rete di condivisione di informazioni che ci consentirà di accedere in modo agevolato ai contenuti che per noi hanno particolare rilevanza, come ad esempio bandi, concorsi etc. Per quello che abbiamo potuto sperimentare finora, il Distretto si è già mostrato di grande aiuto su questo fronte.
Quale futuro immaginate per Relief e quali i prossimi passi/attività messi in cantiere?
Nel medio periodo pensiamo di concludere il progetto di ricerca e poi dedicarci full-time all’azienda per avere la certificazione CE e la validazione clinica che ci consentirà di andare sul mercato. Abbiamo già nell’asset aziendale il brevetto principale e prevediamo di iniziare a breve la negoziazione degli altri due realizzati all’interno il progetto di ricerca INAIL e attualmente di proprietà della Scuola Superiore Sant’Anna e INAIL.
Se riusciamo a trovare un finanziamento adeguato, prevediamo il lancio sul mercato a Giugno 2023 con un Break Even Point nel 2026. In termini di commercializzazione, ci rivolgeremo prima al mercato italiano per poi aprirci a quello europeo e infine a quello internazionale.
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