La Commissione europea ha proposto un piano europeo di preparazione alla bio-difesa chiamato “Hera Incubator”. Il piano prevede la collaborazione di ricercatori, aziende biotecnologiche, produttori e autorità pubbliche nell’Ue e nel mondo per rilevare le nuove varianti del virus che emergeranno, fornire incentivi per sviluppare nuovi vaccini o adattare quelli esistenti alle varianti, rendere più rapido il processo di approvazione di questi vaccini e garantire il potenziamento delle capacità di produzione.
L’obiettivo è arrivare al 5% di sequenziamento del genoma di test positivi per aiutare a identificare le varianti, monitorare la loro diffusione nelle popolazioni e tracciare il loro impatto sulla trasmissibilità. La ricerca e lo scambio di dati sulle varianti saranno sostenuti con un finanziamento di 150 milioni di euro. Inoltre si intende facilitare la certificazione di siti di produzione nuovi o riutilizzati attraverso il coinvolgimento precoce delle autorità di regolamentazione.
Il piano di biodifesa avrà 3 priorità:
- rilevare, analizzare e valutare le mutazioni del Sars-CoV-2, che probabilmente continueranno ad emergere
- accelerare l’approvazione dei vaccini adattati alle nuove varianti da parte delle autorità regolatorie, sul modello di quello che si fa per i vaccini antinfluenzali
- aumentare la produzione di vaccini, che nonostante il tempo record di sviluppo, stentano ad arrivare in quantità sufficienti
Hera diventi un modello europeo per la preparazione a lungo termine per le emergenze sanitarie. E sia il primo passo verso la creazione di una vera e propria agenzia Ue per la difesa biomedica sulla scia del modello statunitense della Barda (Biomedical Advanced Research and Development Authority). Per imprimere una svolta nella ricerca e nella produzione autonome di vaccini e, a brevissimo termine, sviluppare test specializzati per nuove varianti e per supportare il sequenziamento genomico negli Stati membri con almeno 75 milioni di euro di finanziamenti europei.
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