Il Social Innovation Monitor (SIM) del Politecnico di Torino pubblicano il report aggiornato sugli incubatori e acceleratori italiani con la mappa nazionale delle startup incubate. L'approfondimento Report Pubblico sugli incubatori/acceleratori italiani 2020 è redatto in collaborazione con InnovUp, PNICube, Lifegate, Coopfond, Iren, Studio legale Cafiero Pezzali & Associati, TimeFlow, Experientia, Instilla e Social Innovation Teams (SIT). L'analisi si basa si basa sulle indagini che hanno coinvolto un campione di 85 attività tra incubatori e acceleratori, circa il 40% dei 212 attivi in Italia. Su 212 totali, 38 sono incubatori certificati dal MiSE, 27 sono universitari e 17 sono incubatori corporate.
La Mappa incubatori e acceleratori. Guardando nel dettaglio i numeri si vede che circa il 57% della popolazione di incubatori si trova nell’Italia settentrionale e la Lombardia rappresenta la regione che ospita il maggior numero di attività (26% del totale), seguita dall’Emilia-Romagna con il 13% e dal Lazio con il 9%. Il Mezzogiorno e le isole, invece, sono le zone in cui vi è il minor numero di incubatori. Il numero complessivo di incubatori è comunque aumentato rispetto all’anno precedente, passando da 197 a 212.
Inoltre si legge che poco più del 60% degli incubatori italiani ha natura privata, mentre solo il 16% è gestito esclusivamente da amministrazioni o enti pubblici. Ad aumentare sono anche i Mixed incubator, mentre i Social incubator sono leggermente diminuiti.
Focus sulle startup incubate. Per quanto riguarda la diffusione delle startup incubate: quasi l’80% è localizzata in Italia settentrionale e in particolare nelle Regioni del Nord-Ovest. Il podio vede la Lombardia con il maggior numero di startup incubate (il 30% del totale), seguita dal Veneto (18%) e dal Piemonte (16%). Confrontando i dati con quelli dell’anno precedente, inoltre, si riscontra una maggiore rappresentatività delle startup incubate nel Sud e Isole. Se il 40% delle startup incubate si occupa di servizi di informazione e comunicazione, il secondo settore più rappresentato riguarda le attività professionali, scientifiche e tecniche (24%).
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