Report Ambrosetti: la sintesi dei dati sull’ecosistema italiano delle Life Sciences
17/01/25
Buone le performance sull'ecosistema di innovazione
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Buone le performance sull'ecosistema di innovazione
L’Italia si colloca al secondo posto in Europa per capacità di produrre innovazione e competitività nel campo delle scienze della vita, e i ricercatori italiani sono i secondi più produttivi nel campo della letteratura scientifica, con oltre 75mila pubblicazioni. A fotografare la situazione del Paese è la decima edizione de “Il ruolo dell’Ecosistema dell’Innovazione nelle Scienze della Vita per la crescita e la competitività dell’Italia” redatto da The European House - Ambrosetti, documento che misura la competitività degli ecosistemi di ricerca e innovazione nelle scienze della vita di 23 Paesi dell’Unione Europea confrontandone le performance attraverso l’analisi di 13 indicatori raggruppati all’interno di quattro dimensioni: capitale umano, performance occupazionali, risorse a supporto dell’innovazione, ed efficacia dell’ecosistema dell’innovazione.
Il capitale umano. La prima area di analisi del report di Ambrosetti si riferisce al capitale umano inteso come risorsa indispensabile per svolgere le attività di ricerca e sviluppo nel campo delle life sciences. Considerando la media del punteggio ottenuto da ciascun Paese, il primo posto viene occupato dalla Danimarca, seguita da Finlandia e Belgio. L’Italia ottiene il 16° posto, con il 15,9% di laureati nelle materie afferenti alle scienze della vita e il 14% di laureati STEM. Per quanto riguarda i risultati ottenuti nei test PISA (Programme for International Student Assessment), test somministrato ogni tre anni dall’OECD al fine di indagare il livello di istruzione degli adolescenti italiani, il nostro Paese ottiene un punteggio di 474 nelle materie scientifiche, indietro rispetto a Germania (484) e Francia (481). Infine, con riferimento al personale dedicato alla R&S nelle scienze della vita, l’Italia si posiziona all’11° posto con una percentuale del 3%.
Performance occupazionali. I dati della seconda area di analisi del report Ambrosetti, dedicata alle performance occupazionali delle imprese, posizionano l’Italia al 12° posto con un punteggio pari a 2,49. La quota di occupati nel campo delle life sciences è pari all’1,7%, e il tasso di crescita delle imprese del settore è pari al 2,5% di media. Per produttività del lavoro delle imprese, l’Italia conquista invece il 6° posto.
Risorse a supporto dell’innovazione. Guardando alle risorse a supporto dell’innovazione, il nostro Paese si colloca al 10° posto. Pur non rientrando nella top 5 della classifica, si posiziona nelle prime 10 posizioni per tutti e 3 gli indicatori considerati in questo pilastro. Infatti, per quanto riguarda gli investimenti in R&S, l’Italia si colloca al 9° posto, mentre è all’8° posto per il mercato del Venture Capital e del Private Equity e il relativo livello di sviluppo, e al 7° posto in termini di investimenti pubblici in R&S nelle Scienze della Vita.
L’ecosistema di innovazione. La quarta area di analisi del report, dedicata all’efficacia dell’ecosistema dell’innovazione, viene elaborata per catturare i risultati in termini di produzione di nuove idee e il relativo impatto economico. In questo caso, l’Italia risulta seconda per capacità di produrre innovazione e competitività, alle spalle solamente della Germania. Nel dettaglio, il nostro Paese è al 2° posto per numero di pubblicazioni scientifiche nelle scienze della vita (79.714), al 4° posto per numero di brevetti ottenuti nel settore presso l’European Patent Office (EPO) e al 4° posto per export dell’intero comparto.
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