#NUTRACEUTICA. Dagli alimenti fermentati la “ricetta” per il disturbo funzionale gastrointestinale
05/05/15
Intervista al Prof. Paolo Lionetti, coordinatore del progetto di ricerca Nutra-Toscafrica
filtra per Biotech&Pharma Medical Device ICT Nutraceutica Sanità
Intervista al Prof. Paolo Lionetti, coordinatore del progetto di ricerca Nutra-Toscafrica
Sviluppare nuovi alimenti fermentati dall’elevato valore nutraceutico e prebiotico, ovvero capaci di far bene alla salute e di favorire selettivamente la crescita e l’attività della flora batterica intestinale. E l’obiettivo di ricerca del progetto Nutra-Toscafrica, che coinvolge il Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino dell’Università di Firenze, il Cnr di Pisa e l’azienda pistoiese Agri-San. Gli alimenti funzionali di cui saranno analizzate le componenti nutraceutiche appartengono alla tradizione toscana e dell’Africa sub-sahariana: grani antichi e legumi quali la Fagiola della Garfagnana per la tavola toscana, varietà di miglio e fagioli Niebè per quella africana. Meet the Life Sciences ne ha parlato con il Professor Paolo Lionetti, coordinatore del progetto per l’Ateneo fiorentino, nonché pediatra e nutrizionista all’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Nutra-Toscafrica è uno dei 14 i progetti toscani vincitori del bando Nutraceutica che verranno presentati il 9 agosto ad Expo 2015.
Come nasce l’idea di questo progetto di ricerca?
Ormai da anni, con il Meyer di Firenze, lavoriamo a un progetto di cooperazione internazionale in una zona rurale del Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri al mondo, dove ci occupiamo di malnutrizione infantile. Da qui è partita una ricerca, pubblicata nel 2010 anche sulla rivista scientifica PNAS che ha messo a confronto il microbiota intestinale di bambini sani che vivono in un villaggio rurale africano e bambini fiorentini con una alimentazione occidentale. L’obiettivo era quello di studiare in che modo la dieta determini l’ecosistema microbico intestinale. I risultati di quello studio ci hanno detto che i bambini del Burkina Faso presentano una microflora con maggiore biodiversità e un ridotto numero di batteri potenzialmente patogeni rispetto ai bambini fiorentini.
Siete ripartiti da qui, dunque, per mettere a punto il progetto Nutra-Toscafrica?
In Africa, dove la dieta dei bambini è prevalentemente vegetariana, composta soprattutto da miglio, sorgo e legumi, permane un uso abbastanza diffuso di alimenti fermentati; un metodo di conservazione tra i più antichi, che faceva parte anche della tradizione toscana. Da lato la fermentazione migliora la palatabilità, la digeribilità e il valore nutrizionale degli alimenti, dall’altro è in grado di favorire il rilascio di vitamine, minerali, antiossidanti e sostanze inibenti la crescita di patogeni e di ridurre o prevenire la contaminazione da funghi e quindi da micotossine. La carenza di nutrienti e il rischio di contaminazione da patogeni costituiscono infatti alcuni dei più gravi fattori che predispongono alla malnutrizione, specialmente nei paesi più poveri del mondo. Da qui nasce l’idea di verificare gli effetti degli alimenti fermentati, nello specifico cerali e legumi, sia in vitro, con tecniche di laboratorio che verranno effettuate dal Cnr di Pisa, sia in vivo, testandoli su giovani pazienti affetti da disturbo funzionale gastrointestinale.
Come si sviluppa la ricerca e come è composto il gruppo di lavoro?
Siamo partiti dallo studio del fermentato fornito dal partner d’impresa del progetto, il Lisosan ® G (lisato di grano), per testarlo e caratterizzarlo dal punto di vista chimico e nutrizionale. L’obiettivo, come dicevo, è di provare a fermentare anche i prodotti della tradizioni toscana come la Fagiola, insieme al miglio e ai fagiolini africani. Le fasi sono le stesse: prima il fermentato verrà studiato in vitro su culture cellulari, seguirà un’analisi dal punto di vista della composizione chimica e, infine, sarà somministrato a bambini e adolescenti toscani dagli 8 ai 18 anni che soffrono di disturbo funzionale gastrointestinale per vedere se può avere dei risultati positivi sulla flora intestinale. Del gruppo fanno parte gastroenterologi, nutrizionisti, pediatri e chimici degli alimenti provenienti dal Dipartimento dell’Università di Firenze; il Dipartimento di biotecnologia del Cnr d Pisa, che svolgerà la parte più sperimentale in vitro su culture cellulari, e una piccola azienda di Pistoia, la Agri-San, che produce fermentati e integratori per l’alimentazione umana incentrati sull’azione del Lisato di grano.
Se la sperimentazione avesse successo i prodotti fermentati potrebbero avere “nuova fortuna” come alimenti funzionali?
Dimostrare che gli alimenti oggetto di studio, attraverso la fermentazione, assumono un valore nutraceutico e prebiotico potrebbe certamente favorirne un maggiore consumo, sia nell’alimentazione della popolazione occidentale che in quella dei bambini africani. Trattandosi di fermentati possiamo immaginarne un utilizzo come addizionali da aggiungere a brodo, minestre e farine o come integratori solubili da inserire nella dieta di chi è affetto da disturbi quali colon irritabile, stipsi, modificazioni della flora e altre alterazioni della motilità intestinale. Lo sviluppo di nuovi alimenti funzionali “poveri” potrebbe così andare in aiuto anche di Paesi in via di sviluppo dove ancora permangono problemi di malnutrizione, contribuendo al mantenimento del benessere e della salute.
Expo Milano ha aperto i battenti e l'Italia è sotto i riflettori del mondo. Crede possa essere un’opportunità anche per lo sviluppo della ricerca nel campo della nutraceutica?
E’ indubbio che Expo abbia acceso i riflettori sulle relazioni tra alimentazione e salute in un’ottica di prevenzione e cura e che questo possa tradursi anche in un crescente interesse verso la ricerca in quest’ambito. Con il Bando di ricerca Nutraceutica la Regione Toscana si è mossa in modo intelligente, supportando progetti che possono avere riscontri positivi sia in termini di ricadute per la salute delle persone, sia di valorizzazione dei propri prodotti agroalimentari tipici, con un conseguente ritorno di immagine. Essere presenti ad Expo con i nostri progetti sarà un’occasione interessante per divulgare idee e buone pratiche su quello che la Toscana sta facendo sul fronte della ricerca nutraceutica all’interno di un'importante vetrina internazionale.
Redazione Meet the Life Sciences
Lascia un commento