Istituto Toscano Tumori: a Pisa il summit per il decennale
02/07/15
Venti presidi nella regione che si scambiano informazioni ed esperienza assicurando cure elevate a tutti. E minore mortalità.
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Venti presidi nella regione che si scambiano informazioni ed esperienza assicurando cure elevate a tutti. E minore mortalità.
Nel centro-nord ha la più bassa mortalità per tutti i tumori, in assoluto per quello della mammella. Non è un caso se la Toscana è all’avanguardia in oncologia. E non è neppure un azzardo assegnarle il primato di regione che ha riunito ricerca, diagnosi e cura in un’unica rete strutturale. Col paziente che, di fatto, viene seguito nel proprio territorio. Evitando dispendiose e disagiate trasferte, pur con la garanzia della stessa qualità di cura di un centro di fama internazionale. Parliamo dell' ”Ospedale in rete”, la struttura reale (non virtuale!) chiamata Istituto Toscano Tumori (ITT): un progetto ambizioso lanciato dalla Regione Toscana nel 2005, che compie ora 10 anni e celebra al Cnr di Pisa sabato 3 luglio il decimo “summit” annuale in cui tutti gli operatori discutono i risultati ottenuti e si confrontano con esperti internazionali. E nei due giorni precedenti, simposio internazionale sul cancro.
Il successo dell’Istituto è certificato dai dati statistici, dall’importanza delle sue ricerche e da come ha valorizzato le professionalità dei suoi componenti. Lucio Luzzatto, quando nel 2005 è stato nominato direttore scientifico, aveva alle spalle una carriera di ricercatore in ematologia e in genetica: dall’Università di Ibadan in Nigeria, al vertice dell’Istituto di Genetica e Biofisica del CNR di Napoli, all’Hammersmith Hospital di Londra, al dipartimento di Genetica umana al Memorial Sloan-Kettering di New York. E per selezionare il suo successore un bando internazionale è dal 16 aprile su Nature e internazionale è la commissione valutatrice, procedura insolita per l’Italia.
Lo sviluppo contemporaneo della ricerca sui tumori nasce dalla teoria, premette Luzzatto, che la cellula normale diventa tumorale per una serie di eventi genetici ben precisi, le mutazioni del Dna: «Oggi questo è dimostrato. Pertanto, la biologia di ogni singolo tumore e infine la nostra capacità di controllarlo sono funzione specifica dell’insieme delle mutazioni in esso presenti». Per esempio, in un paziente con un tumore del polmone la diagnosi formale potrebbe essere adenocarcinoma polmonare, che ci dice anche il tipo istologico del tumore al polmone. «A livello molecolare, però, si possono avere mutazioni diverse in tumori dei vari pazienti. In questa ottica, identificando tutte le mutazioni causali avremo una diagnosi molecolare che completerà la diagnosi tradizionale. Per la leucemia lo si fa da anni, da poco anche per i tumori solidi».
Settore vincente dell’ITT è anche l’immunoterapia, cui si dedica Michele Maio a Siena, con un approccio innovativo di manipolazione del sistema di difesa. Le mutazioni, oltre a causare il cancro, inducono piccole differenze aggredibili dalle nostre difese: «Queste ricerche serviranno ad affilare terapie intelligenti, con farmaci attivanti il sistema immunitario. In più, sappiamo ora che nella genesi dei tumori hanno un ruolo anche i microRna (Rna che hanno solo funzioni di regolazione), un settore che vede impegnata, tra altri, la ricercatrice Laura Poliseno, approdata a Firenze dopo aver lavorato a New York ed a Boston nel laboratorio di Pierpaolo Pandolfi.Nell’Istituto Toscano Tumori è attivo un nucleo di attività scientifica, il Core Research Laboratory. Luzzatto ha chiesto (e ottenuto) di potenziare la ricerca sul cancro con bandi per progetti di ricerca accessibili a tutti attraverso i gruppi di lavoro operanti in Toscana.
Unico del genere in Italia, il Laboratorio centralizzato per la Prevenzione oncologica dove si analizzano i 200mila esami di screening e di diagnostica precoce e dove confluiranno quando sarà a regime tutti gli esami dell’Hpv primario e i Pap-test della regione. Sul versante dell’innovazione tecnologica, l’ITT sta promuovendo il passaggio dal tradizionale Pap test al test Hpv (ancora in corso): il risultato è equivalente, ma è più efficace e può essere effettuato ogni cinque anni anziché tre. Gli ultimi dati sugli screening rivelano che la Toscana è in pole position con l’88% di diagnosi precoce di tumore rispetto all’83 rilevato nel resto d’Italia.
Il coordinamento dei tre programmi di screening offerti gratuitamente alla popolazione (seno, colon retto e cervice uterina) è affidato all’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (l’Ispo, appunto), che è tutt’uno con l’ITT. Nel 2013, l’adesione (il numero di persone che hanno risposto all’invito) per lo screening colon-rettale in Toscana è stata del 51 per cento, (il dato italiano è del 44%), quella cervicale del 56 per cento contro il 42, lo screening mammografico si è attestato al 73 rispetto al dato nazionale del 62. Adesione allo screening del cancro del collo dell’utero: Toscana 56%, Italia 42%.
FONTE: La Repubblica, di Giuseppe Del Bello
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