Sanità, Regione Toscana e Università siglano un protocollo
07/02/18
La collaborazione con le Università di Firenze, Pisa e Siena si svilupperà su assistenza, didattica, formazione, ricerca
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La collaborazione con le Università di Firenze, Pisa e Siena si svilupperà su assistenza, didattica, formazione, ricerca
Il protocollo d'intesa è stato siglato nei giorni scorsi dal presidente della Regione, presente l'assessore al diritto alla salute, e i rettori delle tre Università: Luigi Dei (Firenze), Francesco Frati (Siena), Paolo Maria Mancarella (Pisa).
I precedenti protocolli firmati tra Regione e Università toscane hanno contribuito a garantire qualità e sostenibilità del Servizio sanitario regionale, ad assicurare la qualità e la congruità della formazione del personale medico e sanitario rispetto ai fabbisogni, a promuovere lo sviluppo della ricerca biomedica e la valorizzazione dei risultati. Con questo protocollo, i firmatari intendono confermare e sviluppare sedi, strumenti e metodi per rafforzare la collaborazione tra SSR e Università in tema di integrazione tra attività assistenziali, formative e di ricerca.
"Le parti sottoscrittrici - si legge nel protocollo - intendono confermare lo spirito di fattiva collaborazione e l'impegno a sviluppare metodi e strumenti di collaborazione, tra sistema socio-sanitario integrato regionale e sistema didattico scientifico universitario, che esprimano la comune volontà di perseguire in modo congiunto obiettivi di qualità, efficienza, efficacia e competitività del servizio sanitario pubblico, e di promuovere e sviluppare contestualmente la qualità e la congruità rispetto alle esigenze assistenziali, alle attività di formazione del personale medico e sanitario e alla ricerca clinica e preclinica".
L'integrazione tra SSR e sistema universitario, precisa il protocollo, si realizza attraverso le Aziende ospedaliero universitarie (AOU). E attraverso l'identificazione di progettualità condivise tra Regione Toscana e Università, e anche attraverso la partecipazione dell'Università alla programmazione socio-sanitaria integrata regionale. AOU e Università perseguono obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità.
Ecco alcuni dei punti salienti del protocollo
Assistenza
Le Università concorrono al raggiungimento degli obiettivi di salute ed inclusione sociale fissati dalla programmazione integrata socio sanitaria regionale. Le attività di assistenza sono una componente inscindibile della didattica e della ricerca. La rete regionale dell'assistenza comprende i poli integrati per la didattica costituiti dall'insieme delle strutture sanitarie pubbliche, Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e dalle strutture private accreditate con le quali le Università stipulano le specifiche convenzioni.
Attività didattica e formativa
La valorizzazione delle risorse professionali esistenti all'interno del SSR è garantita dalla rete formativa del SSR stesso: il sistema delle Aziende sanitarie che si avvale della collaborazione delle Università toscane. La rete formativa regionale partecipa all'attività didattica esercitando docenza, tutoraggio e altre attività. Le Università si impegnano nell'applicazione degli indirizzi assunti dalla Commissione regionale per la formazione. Con accordi specifici, sarà possibile attivare intese tra le Università e le Asl, per realizzare modelli didattici omogenei sul territorio regionale e di Area vasta. Regione e Università concordano sull'esigenza di mettere a disposizione sedi idonee a supporto della rete formativa per lo svolgimento di corsi di laurea per le professioni sanitarie e per le scuole di specializzazione anche presso strutture ospedaliere e territoriali di Aziende sanitarie diverse dalle AOU di riferimento.
Osservatorio Regionale per la Formazione Medica
Il protocollo istituisce l'Osservatorio Regionale per la Formazione Medico-Specialistica, cui spetta la definizione e la verifica degli standard di attività assistenziali dei medici in formazione specialistica, ed è tenuto a fornire elementi di valutazione all'Osservatorio Nazionale. L'Osservatorio è composto da 7 docenti universitari, 7 dirigenti sanitari, 3 rappresentanti dei medici in formazione specialistica, uno per ogni Università, il direttore della Direzione regionale competente in materia di diritto alla salute.
Ricerca, sperimentazione clinica e innovazione
Regione e Università promuovono e sostengono le attività di ricerca, favorendo il trasferimento dei risultati nell'ambito del Sistema sanitario, per rendere disponibile ai cittadini l'accesso a costi sostenibili alle innovazioni più avanzate. Relativamente alle attività di ricerca, Regione e Università si impegnano a promuovere l'approccio di genere e la salute globale e a garantire attenzione alla specificità in ambito pediatrico, alla medicina rigenerativa e dei trapianti. Tra gli obiettivi individuati dal protocollo in tema di ricerca, favorire l'accesso delle attività di ricerca e di sviluppo tecnologico alle procedure di finanziamento nazionali e internazionali; trasferire alla pratica assistenziale i risultati della ricerca. Regione e Università individuano l'Ufficio regionale per la Valorizzazione dei Risultati della Ricerca biomedica e farmaceutica (UVaR) quale supporto al coordinamento e alla realizzazione delle linee strategiche.
Partecipazione dell'Università alla programmazione socio-sanitaria integrata regionale
Le Università contribuiscono all'elaborazione degli atti della programmazione sanitaria a tre livelli: regionale, di Area vasta e in ambito aziendale.
Finanziamento delle aziende ospedaliero-universitarie
La Regione classifica le AOU nella fascia di presidi a più elevata complessità assistenziale e riconosce alle medesime i maggiori costi indotti sulle attività assistenziali dalle funzioni di didattica e di ricerca. Al sostegno economico-finanziario delle attività svolte dalle AOU concorrono risorse messe a disposizione sia dall'Università sia dal Fondo sanitario regionale.
Strutture assistenziali
Le attività e le relative strutture assistenziali sono individuate sulla base di soglie operative, consistenti nei livelli minimi di attività necessaria per assicurare efficacia assistenziale ed economicità nell'impiego delle risorse professionali.
La libera professione
Le Aziende organizzano l'attività libero professionale all'interno delle proprie strutture, e si impegnano a definire una regolamentazione interna in merito all'attività libero professionale dei medici in formazione specialistica.
Per approfondire:
Guarda il video del servizio relativo alla firma dell’accordo
Fonte:
Toscana – Notizie
Foto: Simone Cresci
Redazione Web - Toscana Notizie
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