KODE: dalla passione per la chimica e l’analisi dei dati, la perfetta sinergia tra healthcare e data mining.
30/07/19
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Creare una piattaforma in grado di estrapolare informazioni utili da grandi quantità di dati è l’idea di business di Marco Calderisi, socio fondatore di Kode srl.
Attiva dal 2012, Kode, è stata fra le prime aziende ad operare in questo “oceano blu”, mixando competenze provenienti da diversi settori che sinergicamente offrono alle imprese quello di cui hanno più bisogno al giorno d’oggi: informazioni utili, affidabili e chiare.
Ecco la nostra intervista a Marco Calderisi, Chief Executive Officer e Chief Technology Officer, e Massimiliano Sbragia, Chief Financial Officer.
Come è nata Kode e di cosa si occupa?
Marco Calderisi: l’idea di Kode è nata dalla mia passione per l’analisi dei dati anche se sono laureato in chimica e per permettere a chi ha questa stessa passione di trovare un posto dove il dato è al centro di tutto. Nel corso del tempo e con il crescere del lavoro ho iniziato a cercare altri collaboratori per completare la mia offerta di servizi, così nel 2012 ho iniziato questo percorso insieme a Alberto Manganaro e Andrea Zedda. Fin dall’inizio, la nostra scelta è stata quella di non appoggiarci ad incubatori o fondazioni ma di contare sempre e solo sulle nostre forze.
Una “milestone” significativa nel nostro percorso è poi rappresentata dall’unione con la società ABA Consulting (società di consulenza di direzione), avvenuta nel 2018, che ha rilevato un terzo della società e dalla quale proviene Massimiliano: nato come gruppo di tecnici, il team di Kode aveva assoluto bisogno di un approccio più strutturato da un punto di vista manageriale e di forecast in termini di business e sviluppo commerciale. E’ stato un momento importantissimo e risolutivo e mi sento di consigliare a chiunque stia intraprendendo la stessa strada di pensare fin dall’inizio a strutturarsi anche con competenze manageriali e di visione strategica.
Massimiliano Sbragia: noi siamo partiti dalla visione di Marco e abbiamo definito gli obiettivi di medio e lungo periodo domandandoci cosa volevamo enfatizzare; una volta delineata la strategia sono stati individuati i fabbisogni e si è iniziato reperire quelle risorse che occorrono per fare questo cammino.
Questi step sono stati propedeutici alle decisioni che sono state prese in seguito perché hanno consentito di fare delle scelte più mirate all’obiettivo di business.
Che tipo di prodotti/servizi contraddistingue la vostra realtà?
Marco Calderisi: noi siamo esperti di algoritmi di data mining, machine learning, deep learning; utilizziamo questa expertise per risolvere problemi in ambito gestionale nei settori dell’industria 4.0 ed healthcare, sia per problematiche relative ai processi di ricerca sia di messa a punto dei prodotti.
Al momento stiamo lavorando al Progetto Princess: un framework (all’inizio interno, con l’idea di farlo evolvere ad un prodotto) dedicato alla elaborazione e gestione dei dati. Il processo di analisi dati è in grado di leggere dati provenienti anche dalle sorgenti più disparate e complesse, pre-processarli ed elaborarli, generando modelli di intelligenza artificiale e digital twin. Attualmente stiamo lavorando al modulo di analisi delle immagini testandolo sia in ambito industriale (tessuto non tessuto) sia nell’ambito healthcare (individuazione di infiltrazioni di grasso o insorgere di masse tumorali in biopsie di tessuto muscolare).
Massimiliano Sbragia: il cammino che vogliamo intraprendere è quello di progredire da un’offerta di servizi ad un’offerta di prodotto, sviluppando una piattaforma (quindi un prodotto) corredata da soluzioni standard sulle quali “agganciare” altre prestazioni e customizzazioni laddove necessario. Si tratta di ribaltare un po’ la prospettiva: oggi siamo fondamentalmente una società di servizi, domani vorremmo evolvere questa conoscenza in un prodotto che poi andremo ad offrire a cui agganciare una componente di servizio.
Questa scelta strategica ci permetterà di approcciare al mercato delle PMI che ad oggi è “freddo” anche per via delle barriere culturali che esistono: un mercato che, se supportato da un’adeguata legislazione e da incentivi fiscali, rappresenterà per Kode un contesto proficuo nel quale inserirsi.
Quali difficoltà/opportunità avete incontrato per partire? Quale supporto avete incontrato sul territorio e fuori?
Marco Calderisi: per un’azienda che iniziava da zero prevalentemente in ambito consulenziale il supporto esterno è stato praticamente inesistente. Ci siamo basati sulle nostre forze e sui contatti che avevamo sviluppato durante le nostre carriere; sia io e gli altri soci, infatti, lavoravamo nel settore già da 10 anni. Ci siamo, quindi, rimboccati le maniche e la spinta maggiore l’abbiamo avuta dal fatto che credevamo molto nella nostra idea e nelle nostre competenze.
Ai tempi, il Distretto Scienze della Vita non esisteva nella forma e nel peso che ha oggi e quindi non eravamo nemmeno in contatto. Sicuramente il caso di uno spin-off universitario è diverso dal nostro perché in quel contesto c’è già il supporto di un ente di ricerca oppure c’è alla base l’idea di un prodotto ben definito, a quel punto è più facile andare a cercare un investitore ma noi, facendo consulenza, abbiamo trovato molte porte chiuse.
Negli ultimi anni abbiamo raccolto grant per circa 1,5 mln di euro per la Ricerca e Sviluppo che ci stanno dando la possibilità di procedere (4 progetti regionali con Bandi Ricerca&Sviluppo e bandi patto Salute; 2 progetti Light Europei) con il nostro progetto.
Massimiliano Sbragia: oggi il territorio Toscano ci sta supportando adesso attraverso l’opportunità di lavorare con enti di ricerca del calibro del CNR, Fondazione Stella Maris, Scuola Normale e altri attori universitari e attraverso partenariati di alta qualità. Questi enti ci accreditano e ci permettono di fare esperienza di crescita, fondamentale anche per il nostro team. Sempre sul tema degli aiuti, i contributi pubblici stanno dando una mano significativa non solo mediante l’accesso a risorse finanziarie quanto la possibilità di interagire con partner di alta qualità e ci permettono di sviluppare conoscenze e di fare esperienze significative; molte collaborazioni, infatti, sono scaturite proprio dai grant di cui Marco stava parlando.
Quale futuro immaginate per KODE e quali i prossimi passi/attività messi in cantiere?
Marco Calderisi : il filo conduttore di Kode è la passione per il mondo dell’analisi dei dati e di conseguenza rappresenta anche il perno attorno al quale vengono fatte tutte le scelte.
Dal punto di vista commerciale l’idea è quella di creare qualcosa di nostro, di distintivo, la piattaforma di cui abbiamo parlato poc’anzi. Parallelamente cerchiamo di portare avanti tutta la parte di ricerca scientifica, di produzione di pubblicazioni scientifiche e di partecipazione ai congressi di settore, perché anche se in forma privata siamo un polo di ricerca e la natura del nostro business richiede di essere sempre all’avanguardia.
Massimiliano Sbragia: il futuro di Kode si basa come accennavo prima sull’evoluzione dell’offerta creando una piattaforma che vada a cristallizzare la competenza e conoscenza che sarà poi supportata anche da una componente di servizi. Ciò rende più scalabile il business e ci permette di approcciare meglio al mercato delle PMI. Percorso complesso che assorbe molte risorse: c’è un tema di time to market da considerare (concorrenza e velocità d’ingresso; partnership, risorse finanziarie) perché non siamo soli e dobbiamo essere anche sufficientemente veloci per entrare nel mercato con nuove soluzioni e nei tempi dovuti e tutto ciò implica dei fabbisogni anche da soddisfare sia in termini di competenze professionali, partnership e in termini di risorse finanziarie.
Di cosa avete più bisogno adesso?
Massimiliano Sbragia: la strategia richiede una selezione di risorse manageriali e professionali molto attenta come per esempio figure di data scientist e software developer. Sul territorio la domanda al momento è superiore rispetto all’offerta delle competenze. Il rapporto privilegiato con le università e i centri di ricerca è sicuramente un’opportunità per rispondere al fabbisogno di risorse umane.
Necessitiamo anche di partner commerciali per spingere la nostra offerta sul mercato.
Distretto Toscano Scienze della Vita: quali sono le vostre aspettative a riguardo?
Marco Calderisi: il lavoro che il Distretto svolge adesso è molto importante per imprese come la nostra: fare rete, creare partnership, accendere l’attenzione su tematiche importanti.
Un esempio può essere proprio l’ultimo evento di Firenze relativo al progetto europeo AI4Diag che è stato la scintilla per un incontro svolto recentemente e, probabilmente, per collaborazioni future.
https://www.kode-solutions.net/
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