Medical Micro Instruments: la startup della Silicon Valley basata in Toscana che ha rivoluzionato la microchirurgia nel mondo
11/02/21
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Abbiamo incontrato Giuseppe Prisco, Ceo dell’azienda che ha creato il sistema robotico Symani per la microchirurgia
La bandiera europea sventola sulla robotica microchirurgica ‘made in tuscany’ della Medical Micro Instruments Spa. L'azienda pisana, che ha rivoluzionato la microchirurgia, si è recentemente aggiudicata il finanziamento della Banca Europea per gli Investimenti che gli ha concesso 15 milioni di euro. Un riconoscimento importante che rafforza la missione della MMI che, in questi anni, si è adoperata per offrire procedure microchirurgiche avanzate per migliorare, da una parte, le performance dei chirurghi e, dall’altra, gli standard di assistenza per i pazienti. Ne parliamo con Giuseppe Prisco, Ceo di MMI, che ci racconta il percorso di crescita dell’azienda che ha creato la prima piattaforma robotica teleoperata per la sutura in chirurgia a cielo aperto con microstrumenti articolati. Un dispositivo che ha lo scopo di facilitare le procedure esistenti e di abilitarne di nuove nel campo della microchirurgia, attraverso applicazioni che vanno dalle ricostruzioni post-oncologiche e traumatiche all’oftalmologia, passando per il trapianto di organi e fino alla chirurgia pediatrica.
Partiamo dall'accordo siglato con la BEI che ‘vi premia’ con 15 mln di euro. Le chiediamo subito un commento, ma soprattutto le chiediamo come pensate di mettere a frutto questo importante finanziamento?
La Banca Europea per gli Investimenti ci ha finanziato qualche mese fa per 15 milioni su un business plan per la commercializzazione del nostro prodotto, il sistema robotico Symani, in Europa, dove abbiamo già l’approvazione per l’uso clinico e dove siamo registrati per la vendita. Oltre a questo piano di prospettiva triennale coperto dalla BEI, stiamo lavorando, in parallelo, per ottenere l’approvazione della vendita negli Stati Uniti.
La MMI non è nuova a questi importanti attestati di fiducia. Già nel 2018, in uno degli investimenti di Venture Capital più grandi mai effettuati in Italia, ha raccolto da un gruppo di investitori italiani (Panakes Partners, Sambatech) e esteri (Andera, Fountain) 20 milioni per portare a termine lo sviluppo della tecnologia. Può farci un bilancio di questi anni? Quali risultati avete messo a segno?
La società è stata fondata nel 2015 da tre soci fondatori: Io, Massimiliano Simi e Hannah Teichmann. Insieme avevamo lavorato sulla tecnologia di base, un micro-polsino per strumenti robotici. Una tecnologia esclusiva di cui abbiamo il brevetto. Con questa invenzione, autofinanziata, abbiamo costituito la società insieme a un gruppo di business angel, che si è formato in seno all’associazione ex allievi della Scuola Sant’Anna di Pisa. La fase di seed è durata quasi due anni, sempre con il sostegno del business angel, che ci ha permesso di testare su basi cliniche il valore della nostra idea: ossia quella che un robot che scala i movimenti del chirurgo permette di avere una precisione maggiore rispetto a quella che si ha a mano libera, perché riduce tremori, errori e danneggia meno i tessuti. Con questo prototipo di prodotto, che aveva già dimostrato il proprio valore clinico, siamo riusciti, nel 2018, a trovare un finanziamento ancora più sostanzioso di 20 milioni che ci ha permesso di costruire il prodotto e ottenere la certificazione ISO e il marchio CE, oltre ad approfondire la valutazione preclinica dei vantaggi. Siamo così arrivati al lancio di Symani, l'unico sistema che offre micro strumenti da polso progettati per migliorare la capacità del chirurgo di accedere e suturare anatomie piccole e delicate. Quest’estate, poi, abbiamo messo in campo l’utilizzo clinico del robot, svelando a tutto il mondo il nostro prodotto.
Nel breve racconto di questo percorso d’impresa ci sono stati tanti successi, ma noi oggi le chiediamo anche quali resistenze, quali criticità e anche quali vantaggi avete riscontrato?
Le difficoltà sono state quelle di attirare e ottenere i finanziamenti nei tempi giusti. Ossia riuscire a intercettare capitali per realizzare un prodotto che deve essere, per quanto ci riguarda, fortemente competitivo su scala mondiale. I vantaggi sono stati enormi rispetto alla qualità delle persone che abbiamo trovato. Dalle competenze degli esperti di robotica, alla professionalità italiana che ben si esprime nel campo della robotica e ancora di più in quello della robotica medica, dove è importante poter contare su team interdisciplinari formati da ingegneri meccanici, clinici, informatici, elettronici e anche esperti regolatori di qualità. Tante figure diverse, capaci di lavorare bene tra di loro che, secondo me, sono il nostro plus. Oggi il nostro team conta su 55 dipendenti a tempo pieno. Un’azienda dove convivono, sempre al suo interno, un gruppo di ingegneria, uno di produzione, uno di ingegneria clinica e alcune strutture di servizio, comprese le unit di marketing e vendita.
Avete avuto difficoltà nella ricerca partner per la costruzione della vostra filiera? Come è distribuita a livello regionale, nazionale ed internazionale?”
Abbiamo 150/200 fornitori di prodotto in Italia e Germania e dei fornitori di ricerca e sviluppo che cerchiamo di tenere il più vicino possibile a casa, quindi tra la Toscana e la Liguria. E abbiamo anche una fetta di fornitori dall’Asia. Come credo sia successo a molti, anche noi, causa Covid abbiamo dovuto rivedere la nostra filiera di fornitori, cercando di accorciare le distanze e di guardare più dentro casa nostra. L’Italia, secondo me, ha una grande forza nella meccanica. Sul territorio, poi, abbiamo avuto un grande supporto grazie a Fabrizio Landi, che è stato nostro amministratore delegato per alcuni anni. Un sostegno che ci ha permesso di stare in contatto con le aziende del Pese, a cui continuiamo a guardare con grande favore soprattutto per quelle che sono le ricerche di competenze e professionalità. Oggi, proprio per la natura stessa del nostro business, lavoriamo in modo molto autonomo, avendo tecnologie e strumenti tutti all’interno. La nostra società ha una forte connotazione e orientazione internazionale. Ma, come ci piace definirci siamo una startup della Silicon Valley basata in Toscana.
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