Meno sprechi, più innovazione. La via “Lean” al successo d’impresa nelle life sciences
21/11/14
Tanti spunti interessanti sul concetto di Lean Thinking sono emersi nell'incontro di Firenze di Meet the life sciences
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Tanti spunti interessanti sul concetto di Lean Thinking sono emersi nell'incontro di Firenze di Meet the life sciences
Guardare l’impresa e la sua organizzazione con occhi diversi, eliminando tutto ciò che non porta valore aggiunto. Parliamo di Lean Thinking, per alcuni una moda manageriale, per altri una tecnica gestionale che sta aiutando a governare le imprese in un momento di crisi, liberando risorse da destinare all’innovazione. L’approccio del “fare di più con meno risorse” è stato al cento dell’incontro che si è tenuto martedì 18 novembre presso l’assessorato alla Salute della Regione Toscana, nell’ambito del ciclo Meet the Life Sciences. Due i punti di vista: quello teorico e metodologico e quello pratico applicativo, con la presentazione di tre casi di successo di Lean thinking al settore life sciences, quelli di Aboca, Eli Lilly e Sebia Italia.
Dell’efficacia dell’approccio Lean ne è convinto l’assessore al Diritto alla salute Luigi Marroni, che ha portato alcune esperienze, non solo in ambito sanitario, sottolineando l’importanza del coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali, a partire dal top management, per realizzare un reale cambiamento di mentalità e di cultura d'impresa. “Il Lean - ha sottolineato Marroni - si fa con le persone, altrimenti non è possibile mettere in atto un processo di riduzione degli sprechi e dei costi senza perdere di vista la creazione di valore. Un processo che deve essere presidiato e analizzato lungo tutto il suo percorso, e non solo alla fine”. Diffuso in America e Giappone, a partire dal caso simbolo di Toyota in produzione, il Lean Thinking può essere applicato a tutte le tipologie di aziende, senza nessuna distinzione di business e di dimensione.
“L’approccio Lean – ha detto Alessandro Bacci, dell’Università di Siena – si sta dimostrando uno strumento tra i più idonei per cercare di far ripartire le imprese, rivedere i processi di gestione e ridurre al minimo una serie di sprechi tenendo ferma la qualità. Per “spreco” si intende tutto ciò che non porta valore aggiunto all’impresa, come la sovrapproduzione, i difetti, la duplicazione di processi, le scorte di magazzino, le attese, ma anche i talenti, quando non si è in grado di valorizzare al meglio il capitale umano di cui si dispone. In occasione del workshop è stato dato particolare risalto alla Lean Startup, una nuova metodologia per guidare lo sviluppo di un progetto d’impresa/prodotto in tempi rapidissimi, allocando le risorse nel modo più efficiente possibile.
Di Lean Startup ne ha parlato Barbara Daidone, consulente di Lean Management, sottolineando l’importanza di gestire in maniera più efficace il processo di innovazione. “L’idea innovativa va gestita come fosse un prodotto, perché anche nel processo di innovazione c’è comunque bisogno di cambiare approccio, non perdendo mai di vista l’impatto del prodotto/servizio sul cliente finale”.
Carlo Spellucci, Lean Six Sigma Champion Manufacturing Eli Lilly, ha illustrato nel dettaglio un esempio di Lean applicato a una linea di produzione dell’azienda di Sesto Fiorentino, il cui obiettivo era l’aumento della produttività nell’ottica di un miglioramento continuo. “Siamo costantemente impegnati a disegnare una nuova organizzazione che sappia tenere insieme la produzione di volumi maggiori, verso una produttività sempre più sfidante, lo sviluppo di iniziative di trasformazione del sito e la creazione di capitale umano”.
Massimiliano Boggetti di Sebia Italia ha riassunto il percorso Lean dell’azienda, che si occupa di ideazione, produzione e commercializzazione di sistemi diagnostici bastati sulla tecnica dell’elettroforesi. "Il cuore del “Progetto Hepburn” è stato mettere al centro le persone per fare della nostra impresa un’eccellenza. Ci siamo riusciti coinvolgendo i dipendenti e condividendo con loro idee e proposte da testare sul mercato. In quattro anni abbiamo raddoppiato l’utile netto dell’azienda e vinto due premi come azienda di eccellenza in sanità, realizzando un momento di grande crescita per tutti i dipendenti”.
Anche i “numeri” di Aboca, presentati dal direttore qualità, Luca Grigi, dimostrano l’efficacia di un approccio Lean: “Lavorare sull'eliminazione delle inefficienze ci ha portato a ridurre del 25% gli stock di magazzino e ad aumentare la produttività del reparto spedizioni (+20%) e della produttività delle linee (20/30%). Aboca è un’azienda sana, per noi l’applicazione dell’approccio Lean Thinking non nasce da una situazione di difficoltà, ma dalla volontà di liberare risorse derivanti da sprechi e inefficienze per finanziare progetti di innovazione”.
“Applicare l’approccio Lean alle imprese life sciences – ha detto Lorenzo Zanni, del Distretto toscano Scienze della Vita e Prorettore al trasferimento tecnologico dell’Università di Siena - non è semplice e deve tener conto delle notevoli differenze che caratterizzano il processo di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione dei vari ambiti del settore delle scienze della vita. Oggi è ancora più interessante analizzare questo approccio, non nuovo, ma diffuso oltre le aziende di produzione, perché siamo in un contesto di razionalizzazione dei costi. Molte aziende, per esempio, stanno valutando se gestire in outsourcing la ricerca, rivedendo il processo interno di organizzazione. Un cambiamento che offre nuove interessanti opportunità alle start-up e alle spin- off universitarie, ma anche ai centri di ricerca universitari, che potrebbero diventare generatori di innovazione per grosse realtà industriali. Le case history che ci sono state illustrate, per altro tutte molto diverse tra loro, interessano realtà aziendale di grandi dimensioni. Per quanto riguarda le piccole imprese, credo che il Distretto LS - nel suo ruolo di facilitatore di sistema e strumento per fare incontrare domanda e offerta - possa senz’altro favorire l’introduzione di strumenti Lean”.
FONTE: redazione
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