I Dipartimenti interistituzionali “bacini” di sinergie tra atenei e sistema sanitario
24/07/13
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L’analisi di Andrea Frosini, di UvaR Regione Toscana, sul supporto dei Dipint per la valorizzazione della ricerca clinica nelle Aziende Ospedaliero Universitarie.
Al fine di favorire l’integrazione ed il potenziamento delle funzioni di supporto alle pratiche di valorizzazione dei risultati della ricerca in ambito clinico-assistenziale, la Regione Toscana ha già promosso la costituzione nei Dipartimenti Interistituzionali Integrati (DIPINT) di modelli organizzativi condivisi fra Università ed Aziende Ospedaliero Universitarie. Con l’approvazione delle “Linee di indirizzo per la valorizzazione della ricerca clinica nelle Aziende Ospedaliero Universitarie” (Allegato C del DGR 503/2013) s’intende proseguire nella strada dell’integrazione, in una logica di complementarietà di offerta fra Atenei e Sistema Sanitario, rilanciando i DIPINT come luogo per la creazione di sinergie fra funzioni di ricerca, formazione ed innovazione.
In una contingenza economica di forte impatto sui sistemi sanitari a livello globale, risulta sempre più pressante il bisogno da un lato di una razionalizzazione delle spese, dall’altro di reperire nuove risorse in contesti ad oggi in Italia ancor poco esplorati. Uno di questi è rappresentato dal sistema di trasferimento tecnologico e valorizzazione delle idee. Il concetto è semplice: utilizzare uno dei più robusti asset del sistema sanitario, il personale qualificato – medici, infermieri ed altre figure professionali alla frontiera dell’impegno assistenziale – come fonte di idee innovative sulle quali attivare azioni coordinate di valorizzazione. Il potenziale è enorme, anche in ragione del fatto che la pratica clinica è per sua natura a contatto giornalmente con i problemi connessi alla cura ed all’assistenza, la cui soluzione, se ben governata ed instradata, può delineare sostanziali approcci innovativi di ritorno commerciale per la crescita dell’intero sistema.
L’idea è quella di “fare quadrato” attorno alle risorse presenti sul territorio, aprendo anche al sistema nazionale, per la strutturazione di un’interfaccia sicura ed affidabile per il privato interessato ad intraprendere collaborazioni con le nostre strutture di ricerca, garantendo percorsi gestionali e amministrativi commisurati alle esigenze del mercato e del settore privato. In quest’ottica, secondo le linee tracciate dalla delibera regionale 503 del 2013, i DIPINT sono chiamati ad organizzare ed implementare dei “Programmi per l’Innovazione Clinica” che delineino le procedure operative standard per la promozione e la gestione dei processi di valorizzazione della ricerca preclinica e clinica, con il fine ultimo di promuovere l’innovazione anche verso risultati d’impatto per la pratica sanitaria stessa. In una logica, quindi, di stretta collaborazione fra Atenei e Sistema Sanitario, attraverso la messa a disposizione di procedure, infrastrutture e professionalità adeguate, si mira primariamente avere un impatto di medio-lungo termine sulla sicurezza e la qualità dei servizi offerti per la cura dei cittadini. Tra i risultati attesi più rilevanti si possono annoverare l’aumento della qualità e della sicurezza della pratica clinica, l’attrazione e mantenimento di medici e professionisti di talento, l’attrazione di investimenti e project financing, l’adeguamento delle proprie dotazioni tecnologiche agli standard più qualificati, nonché l’irrobustimento della cultura dei professionisti sanitari in materia di innovazione, trasferimento tecnologico ed imprenditorialità.
L’attività fin qui svolta in seno alla direzione generale Sanità, anche grazie alla creazione di una struttura ad hoc, l’Ufficio per la Valorizzazione della Ricerca Biomedica e Farmaceutica (UVaR), con competenze tecniche specialistiche e adeguati strumenti di supporto, ha consentito di compiere un notevole passo avanti nella creazione di una rete di supporto alla ricerca svolta presso strutture di ricerca pubblica afferenti alle Aziende Ospedaliere e alle Università. In questa quadro, la positiva esperienza di collaborazione fra UVaR ed AOU Meyer rappresenta una prima traccia per quanto s’intende implementare con i programmi d’innovazione clinica. Nel corso degli ultimi due anni, grazie al supporto dell’UVaR è stato possibile trasferire innovazioni sviluppate da dottori e ricercatori del Meyer e dell’Università di Firenze, procurando ritorni economici diretti ed indiretti; in definitiva aumentando la visibilità del Meyer come soggetto innovatore, irrobustendone l’immagine, misurabile anche in termini di aumento della mobilità interregionale attiva.
Andrea Frosini
IP Manager Fondazione Toscana Life Sciences, Ufficio per la Valorizzazione della Ricerca Direzione Generale Salute della Regione Toscana.
FONTE: Il Sole 24 Ore Sanità Toscana, n. 28 anno XVI del 23-29 luglio 2013
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