L'INTERVISTA. Tutori pratici e su misura? possibile, con la stampa 3D
19/03/15
Storia di tre giovani startupper con la passione per le stampanti 3D. L'intervista a fondatori di Proteo Nicola Giardini, Federico Papi e Alessandro Sorri
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Storia di tre giovani startupper con la passione per le stampanti 3D. L'intervista a fondatori di Proteo Nicola Giardini, Federico Papi e Alessandro Sorri
La prima tappa all’estero della kermesse italiana dedicata all’innovazione ha portato fortuna alla start-up senese Proteo, premiata a Smau Berlino (giovedì 12 e venerdì 13 marzo) con lo «Startup Award» per le idee d’impresa più innovative. I tre giovani fondatori di Proteo, Nicola Giardini, Federico Papi e Alessandro Sorri, volati a Berlino insieme ad altre 17 start-up e pmi innovative della Toscana, sono tornati a casa assicurandosi la partecipazione gratuita a Smau Milano di ottobre e una serie di interessanti contatti da far fruttare. Proteo, nata ad aprile 2014 e prossima ad entrare nell’incubatore di Toscana Life Sciences a Siena, è una delle oltre 190 imprese – tra micro aziende e big pharma – associate al Distretto Toscano Scienze della Vta. Abbiamo incontrato i tre giovani fondatori per conoscerli più da vicino e scoprirne obiettivi e ambizioni.
Partiamo dall’idea, come nasce la vostra start-up?
Proteo nasce per due motivi: il primo, come spesso accade, dalla voglia di risolvere un problema vissuto in prima persona. Nicola qualche anno fa ha dovuto convivere con la necessità di immobilizzare l'arto con un tutore standard; esperienza scomoda e poco piacevole. L'altro motivo è l'interesse che abbiamo coltivato verso il mondo della stampa 3D, tecnologia che rende economicamente sostenibile la produzione di oggetti unici e sempre diversi. Da qui l’intuizione di realizzare dispositivi medici anatomici progettati ogni volta secondo esigenze terapeutiche, estetiche e funzionali diverse attraverso la stampa 3D.
Dite di voler “portare l'innovazione tecnologica in campo sanitario”. Che significa, nella pratica?
Significa immaginare un nuovo modello di business condiviso e partecipato tra i rappresentanti di due categorie apparentemente lontane: esperti di fabbricazione digitale e professionalità mediche. Crediamo che a ogni professionalità corrispondano delle competenze specifiche: i medici, i tecnici ortopedici e i fisioterapisti sono in grado di definire e immaginare la migliore terapia per il proprio paziente; viceversa, noi possiamo fornire supporto per trasformare quell'idea terapeutica in un dispositivo medico tangibile.
Che tipo di ricerca sta alla base del vostro progetto d’impresa?
La nostra ricerca si è focalizzata sulla messa a punto di strumenti digitali utilizzabili da personale privo di competenze tecnologiche, che fossero anche economici e richiedessero il minor tempo possibile di manodopera. Siamo partiti da zero lavorando passo dopo passo per ottimizzare ciascuna fase del processo produttivo: il sistema di scansione, la modellazione digitale, la stampa 3D. A questa ricerca di natura "tecnologica" si è sempre affiancato il confronto con medici, fisioterapisti e tecnici ortopedici che hanno guidato il nostro sviluppo verso le migliori soluzioni alle loro esigenze professionali e/o dei loro pazienti. In questo momento sono in corso diverse sperimentazioni su vari prototipi di dispositivi medici su misura del settore ortopedico (arto superiore, tronco, arto inferiore). I primi risultati saranno quelli relativi alla sperimentazione, in corso al centro GRASP dell'ASL 10 di Firenze, di dispositivi medici per la terapia della Sindrome del Tunnel Carpale.
I passaggi chiave per realizzare le protesi/artesi di Proteo?
Come accennavamo sono tre: scansione, modellazione e stampa 3D. Entrando nel dettaglio, il primo passaggio è il sistema di scansione, nel quale abbiamo ricercato il miglior compromesso tra facilità d'uso, precisione ed economicità. Poi c’è il sistema di modellazione, sul quale abbiamo lavorato scrivendo qualche migliaio di righe di codice, al fine di passare da processi di modellazione "click by click" (con tempi di modellazione di almeno 40 minuti) a processi semi-automatizzati, utilizzabili con semplicità da personale sanitario e che coinvolgono l'operatore per meno di 5 minuti. Infine, il sistema di produzione additiva, studiato sia al fine di capire i limiti e i vantaggi di ciascuna possibile tecnologia di stampa 3D (FDM, SLS, DLP), sia per ottimizzare le condizioni ottimali affinché l'oggetto stampato non necessitasse di rifiniture finali e garantisse resistenze meccaniche adeguate.
Quali sono le patologie che possono essere curate con i vostri tutori?
Attualmente sono prossimi ad entrare sul mercato soluzioni per la realizzazione di tutori volari per polso (classici e cock-up), Ortesi volare per polso e articolazione trapeziometacarpale, Ortesi volare per polso e articolazioni metacarpofalangee delle dita lunghe e Ortesi per articolazione trapezio metacarpale. Stiamo comunque lavorando anche per la progettazione di oggetti su richiesta per casi specifici e, come già detto, a soluzioni per il tronco e l'arto inferiore, oltre ad alcuni tipi di dispositivi di protezione individuale.
Avete fatto richiesta di incubazione in Toscana Life Sciences, perché?
Perché TLS rappresenta un ottima opportunità per poter essere accompagnati in un processo di crescita del nostro progetto imprenditoriale. Da quando siamo entrati in contatto con il business development di TLS, Francesco Maria Senatore, grazie al Prof. Lorenzo Zanni dell'Università di Siena, abbiamo fatto già molti passi avanti. Speriamo presto di poterci inserire anche all'interno dell'incubatore, per lavorare in un ambiente stimolante e dinamico, vicino a realtà importanti che sono cresciute o stanno crescendo proprio all'interno di TLS.
Dove vi vedete tra un anno?
Difficile capire dove potremo essere tra un anno. In questo momento vediamo tante opportunità da poter sfruttare, ma sarà fondamentale la capacità di trovare un partner industriale o un investitore capace di metterci nelle condizioni di crescere in modo estremamente rapido e d'imporsi prima degli altri nelle varie nicchie di mercato che abbiamo individuato e sulle quali riteniamo di essere in grado di lavorare. L’ambizione è quella di poter diventare il riferimento in Italia, e non solo, per chi nel settore sanitario voglia avvicinarsi ai sistemi di fabbricazione digitale per la produzione di dispositivi medici su misura.
Redazione Meet the Life Sciences
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