La Toscana del pharma, una leadership europea che passa da Siena
07/11/15
Lo stabilimento produttivo Gsk Vaccines di Rosia ha accolto una sorta di stati generali della farmaceutica toscana, promossi da Farmindustria.
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Lo stabilimento produttivo Gsk Vaccines di Rosia ha accolto una sorta di stati generali della farmaceutica toscana, promossi da Farmindustria.
Nella pharma valley toscana non c’è dubbio che Siena svetti con la sua leadership nel campo dei vaccini. Un primato tutt’altro che regionale, contando che Gsk è l’unica impresa che ricerca, sviluppa, produce e distribuisce vaccini in Italia. Il cuore produttivo è a Rosia, a pochi chilometri da Siena: qui nel 2015 saranno prodotte circa 94 milioni di dosi di vaccino ed è qui che ha fatto tappa il roadshow di Farmindustria “Innovazione e Produzione di valore”.
Lo stabilimento produttivo di Gsk Vaccines, centro all’avanguardia da cui escono vaccini salvavita contro le meningiti batteriche, a partire dal MenB - ha fatto da scenario a un evento che nasce per mettere in luce le eccellenze farmaceutiche regionali, ma anche per lanciare messaggi forti e chiari alla politica. "Avevamo fatto un patto con questo Governo - ha detto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi: se avesse dato stabilità al settore, noi avremmo fatto ripartire gli investimenti. Nuove produzioni e nuovi farmaci significano lavoro e occupazione per il Paese, ma gli investimenti ci saranno se ci sarà acceso all'innovazione, che richiede un fondo autonomo e fuori dai tetti di spesa”.
Intanto, gli investimenti, ci sono stati e ci saranno. Daniele Finocchiaro, presidente e Ad Gsk Italia, ha detto che la multinazionale investirà, nei prossimi quattro anni, un miliardo in Italia; nessun nuovo impianto, ma risorse per potenziare le attività in essere. Un messaggio positivo per il centro di Siena e Rosia, dove sono stati confermati gli investimenti sia in infrastrutture e impianti produttivi (50,5 milioni per il 2015), sia in ricerca e sviluppo (75 milioni gestiti nei primi 8 mesi dell’anno). A dirlo Rino Rappuoli, lo scienziato nato a Radicofani che è riuscito a traghettare indenne ogni passaggio - Ciba Geigy, Chiron, Novartis Vaccines, fino a GSK - perché Siena restasse la capitale europea dei vaccini. Rappuoli, che di vaccini ne ha sviluppati tanti - ultimo quello contro il meningococco B - ha parlato di numeri ma anche di visione strategica, perché è convinto che i vaccini non abbiano ancora esaurito tutto il loro potenziale e ci sia margine per spingere la ricerca verso nuove frontiere, verso bisogni non soddisfatti.
Che il polo di Siena sia un esempio brillantissimo della farmaceutica toscana lo ha sottolineato più volte anche Lucia Aleotti, in veste di vice presidente di Farmindustria: “Basti pensare - ha detto - che il 98% delle esportazioni del territorio provinciale le garantisce Gsk Vaccines”, 591 milioni di euro di fatturato nel 2014, oltre 2.800 collaboratori da più di 43 paesi. “Siena - ha aggiunto - ha catalizzato uno straordinario know how, capacità di importare ‘cervelli’ e di rendere internazionale il sistema della conoscenza. La Toscana - con i suoi quattro hub di specializzazione - è una delle regioni più importanti a livello europeo nel settore. Ottima l’iniziativa regionale Pharma Valley, da cui adesso vorremmo una spinta ancora più forte per generare investimenti”. Parafrasando, la farmaceutica è il settore che traina l’economia regionale, le grandi aziende investono e creano posti di lavoro, è opportuno che questo ruolo ci venga riconosciuto e che le Regioni si schierino dalla nostra parte per scongiurare tagli alla spesa.
Perché la farmaceutica è un settore anticiclico, come ha detto l’economista Fabio Pammolli - e dal 2010 al 2014 l’incremento delle esportazioni non ha avuto pari nel mondo. Il tasso di crescita è stato costante, quando tutto intorno era crisi nera. La fotografia scattata da Farmindustria dell’industria farmaceutica toscana, terza in Italia per addetti e investimenti in ricerca e sviluppo, parla di 10.400 occupati (6.200 addetti diretti, di cui 1.100 ricercatori e 4.200 nell’indotto), un export di 1 miliardo di euro l’anno, 250 milioni di euro di investimenti in R&S. In Toscana hanno solide radici il Gruppo Menarini, ma anche la lucchese Kedrion - ieri rappresentata dal Country manager Danilo Medica - quinto player al mondo e primo in Italia nel settore dei plasmaderivati. Due punte di diamante, Kedrion e Gsk, che posizionano Siena e Lucca, insieme a Firenze e Pisa, tra le 20 province farmaceutiche in Italia.
A Siena tutti adesso sembrano esserne più consapevoli e anche attraverso il ruolo strategico di Fondazione Toscana Life Sciences - nata come incubatore e oggi ormai facilitatore e coordinatore tra la dimensione locale e quella regionale e nazionale - le distanze si accorciano e le progettualità diventano di sistema. Su una, in particolare, appena accennata negli interventi del presidente di TLS, Fabrizio Landi, e in quello dell’assessore regionale alla sanità, Stefania Saccardi, potrebbe giocarsi l’attrazione di importanti risorse nazionali ed europee, la medicina di precisione. Nuova frontiera delle scienze mediche basata su approccio personalizzato al paziente che tiene conto delle variazioni individuali del patrimonio genetico, la medicina di precisione potrebbe essere un primo progetto estremamente concreto su cui testare le potenzialità della “Pharma & Devices Valley” toscana.
Redazione Meet the Life Sciences
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