La procedura VHP e la nuova sfida per i Comitati Etici italiani
11/03/16
Una riflessione sui cambiamenti di scenario sul fronte della sperimentazione clinica in vista dell'introduzione del nuovo regolamento europeo
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Una riflessione sui cambiamenti di scenario sul fronte della sperimentazione clinica in vista dell'introduzione del nuovo regolamento europeo
Il presidente di Aifa, Mario Melazzini, ha definito l’entrata in vigore del regolamento europeo della sperimentazione clinica con farmaci (536/2014/CE) “una rivoluzione copernicana del sistema della ricerca clinica in Europa”. La sfida è di grande portata e istituzioni e imprese si preparano al 2018 - quando il regolamento dovrebbe entrare definitivamente in vigore - per farsi trovare pronti a cogliere il cambiamento in atto. Il tema, tra l’altro, è stato al centro di un recente convegno promosso da Aifa e Farmindustria, cui hanno preso parte tutti gli attori interessati al processo di ricerca e sviluppo di farmaci per approfondire le aree su cui intervenire e condividere gli aspetti innovativi che saranno introdotti dal Regolamento, che nasce principalmente per colmare le lacune della normativa attuale per quanto riguarda la valutazione e l’autorizzazione di studi clinici multinazionali.
Secondo il nuovo schema, la valutazione dei trials sarà coordinata da una singola autorità competente nazionale che farà da referente e che fornirà una prima valutazione dello studio, sulla base della quale le autorità competenti degli altri Stati membri forniranno i propri commenti e la loro decisione finale sull’autorizzazione. Tale coordinamento tra le agenzie regolatorie del farmaco europee porterà all’autorizzazione di un protocollo di studio identico in tutti gli Stati coinvolti. L’obiettivo ultimo è quello di snellire e semplificare le procedure che saranno integrate e coordinate a livello europeo.
In vista della piena attuazione del nuovo regolamento e del non chiaro assetto e ruolo dei diversi Comitati Etici italiani, a novembre 2015, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha proposto agli stessi Comitati Etici (CE) e agli assessorati regionali di aderire alla Voluntary Harmonization Procedure (VHP) per iniziare una fase di maggior collaborazione e coordinamento. La VHP si applica su base volontaria agli studi clinici di fase I-IV multicentrici che vengono svolti in diversi Stati membri dell’UE e permette la valutazione/autorizzazione coordinata dei clinical trials in un’unica soluzione contemporanea per tutti gli Stati coinvolti nella sperimentazione. La VHP nasce, quindi, con tre obiettivi: uniformare le valutazioni, ridurre i tempi di approvazione e condividere in modo unanime le decisioni sulla possibilità di avviare e condurre sperimentazioni cliniche multicentriche.
La VHP prevede la circolazione di specifici e precisi documenti solo in formato elettronico attraverso una account email, una tempistica per la valutazione scientifica ed etica dello studio definita e rigorosa, un’unica valutazione scientifica e un’unica decisione finale. Per molti di questi aspetti, la VHP sembra già anticipare la nuova normativa europea. Nel nuovo regolamento si prevede, infatti, una sola decisione tra gli Stati membri e i Comitati Etici in un tempo stringente e ben definito. Andando più in dettaglio nelle analogie procedurali tra la VHP e il nuovo regolamento, è subito evidente come in entrambi i casi sia nominato un coordinatore o un riferimento tra i diversi Stati membri partecipanti. Una sostanziale differenza riguarda invece i tipi di documenti da valutare, che nella VHP sono sostanzialmente di tipo scientifico (protocollo, dossier sul prodotto sperimentale, dossier dello sperimentatore nonché informazioni scientifiche pertinenti a seconda del tipo di studio, es. Piani di Indagine Pediatrica), mentre nel nuovo regolamento si parla anche di valutazioni etiche e non solo scientifiche che tuttavia rappresentano il primo step valutativo (Fase I).
Andando a guardare nel dettaglio procedure e relative tempistiche, non c’è dubbio che il contesto in cui si inserisce la proposta avanzata ai Comitati Etici riguardo la loro partecipazione alla VHP e il coordinamento con l’Autorità Competente Italiana sia estremamente rigido ed organizzato.
In particolare, si prevede di coinvolgere un solo Comitato Etico Coordinatore (CEC) durante la fase I di valutazione, cui segue una complessa procedura che può concludersi con un parere ritenuto favorevole per silenzio/assenso qualora il CE non dia un riscontro nelle tempistiche previste.
La prima osservazione su questa complessa procedura sta nel fatto che il coordinamento tra Aifa e CE darà buoni esiti soprattutto in quelle realtà dinamiche che sapranno adattarsi al cambiamento, anche in vista dell’adeguamento al nuovo regolamento e che pertanto è necessario sfruttare la partecipazione alla VHP. Nella proposta di Aifa, l’Assessment Report che verrà inviato ai Comitati Etici e i commenti che questi dovranno strutturare, sono sostanzialmente su informazioni che già attualmente sono valutate dai CE nel rilascio del parere unico sul modulo appendice 6 del DM 21.12.2007.
Ad oggi sono molti, tuttavia, gli interrogativi ancora senza risposta tra i quali le modalità di scelta dei CE italiani partecipanti alla procedura e il rispetto delle tempistiche per la valutazione nazionale, che tiene conto di numerosi altri fattori quali la gestione degli aspetti amministrativi locali da parte delle amministrazione e la corretta predisposizione delle informazioni ai pazienti, spesso derivanti da processi automatici di traduzione da altre lingue. Quest’ultimo aspetto è quello che più comunemente viene richiesto agli sponsor e che prolunga le tempistiche di valutazione dei Comitati Etici.
Inoltre l’assunto di un parere favorevole ottenuto con una procedura di silenzio/assenso è un processo delicato che mina il ruolo di tutela dei Comitati Etici verso i soggetti partecipanti ad una sperimentazione clinica, qualora questi non si atterranno alle tempistiche imposte dalla procedura. Sicuramente questa nuova sfida che attende i CE dovrà essere seguita da un profondo processo di cambiamento anche all’interno delle autorità competenti, per riuscire meglio a coordinare questa complessa e delicata strutturazione e far luce su tutti quegli interrogativi che ancora appaiono poco chiari.
Alessandra Pugi, Maria Carmela Leo
Clinical Trial Office - AOU Meyer
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