140 anni portati benissimo. Ely Lilly guarda al futuro e continua a investire nel sito toscano
19/05/16
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Dalla prima insulina al mondo al primo farmaco mai realizzato con la tecnologia del DNA ricombinante, Eli Lilly ha celebrato a Sesto Fiorentino i 140 anni di ricerca e innovazione.
Era il 2005 quando Eli Lilly scelse di riconvertire il sito di Sesto Fiorentino dalla tradizionale produzione di antibiotici a quella di insuline da DNA ricombinante, provando a immaginare un altro futuro. Una scommessa forte di quello che resta il primo valore della multinazionale farmaceutica, fondata a Indianapolis il 10 maggio 1876 dall’omonimo colonnello e farmacista: il capitale umano. Scartata l’opzione della cassa integrazione, tutti i 400 addetti alla manifattura vengono accompagnati in un percorso di riqualificazione che sfocia, nel 2009, nell’inaugurazione del nuovo impianto di Sesto. Ieri quel sito ha aperto le porte per festeggiare l’anniversario della fondazione della casa madre con un evento dove si è parlato di passato, ma anche e soprattutto di futuro: con il via libera allo spostamento del Liceo “Enriques Agnoletti” all'interno del vicino polo tecnologico universitario, il sito di Lilly, tra i più innovativi per la produzione di farmaci da biotecnologia in Italia, potrà ampliarsi confermando la Toscana come hub strategico nel Paese.
Via libera all’ampliamento del sito. Del contributo di Eli Lilly Italia, in termini di valore economico e sociale, ne sono ben consapevoli le istituzioni. “Fidatevi di noi” – ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a John Lechleiter, presidente e Ceo mondiale di Lilly - a cui ha ricordato che la Città Metropolitana di Firenze ha attivato una task force per sostenere le grandi aziende nel rapporto con il territorio, per trovare soluzioni a problemi che emergono nella conduzione delle attività, compresi quelli amministrativi. Gli ha fatto eco il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che al termini dell’evento ha consegnato simbolicamente a Lechleiter il protocollo d’intesa in cui si sancisce lo spostamento del liceo, nel segno della volontà delle istituzioni (Regione, Comune, Città Metropolitana) di mettere nelle condizioni le grandi aziende del pharma di continuare a investire in Toscana.Investimenti che fino ad oggi ci sono stati, e sono stati importanti: in 10 anni Eli Lilly ha investito nel sito toscano 465 milioni di euro, dando lavoro a 600 dipendenti, che saliranno a 700 entro il 2017 secondo il piano di sviluppo della società.
Numeri di valore per Eli Lilly Italia. 750 milioni di fatturato, in continuo aumento negli ultimi cinque anni, 158 milioni di euro in termini di introiti finanziari all’Italia derivanti dalle performance economiche dell’azienda in dieci anni, una produzione che tocca quote massime di 240 milioni di cartucce di insulina e 45 milioni di penne pre-riempite destinate per il 98% ad esportazione nei paesi europei ed extraeuropei. Il sito italiano copre il 50% dell’attuale fabbisogno globale di insulina Lilly e rappresenta un’eccellenza in termini di qualità e innovazione tecnologica. Diversi i parametri analizzati all’interno dello studio condotto da The European House – Ambrosetti, illustrato ieri dall’Ad Valerio de Molli, per rilevare come e in che misura i valori e l’attività di Lilly Italia si traducano in un contributo concreto per il territorio e i dipendenti. Si va dalla promozione della cultura della diversità e dell’inclusione a quella dell’occupazione femminile (il 40% degli occupati sono donne, di cui il 28% dirigenti) e giovanile (due terzi degli occupati della divisione Manufacturing ha meno di 45 anni), dalle buone pratiche in materia di sostenibilità ambientale e sicurezza sul lavoro alle iniziative di welfare aziendale. Non è un caso se Lilly Italia è da cinque anni nella top ten delle migliori aziende per cui lavorare secondo la classifica del “Great Place To Work Institute”. “Per noi – commenta Eric Baclet, Ad e presidente di Lilly Italia – le persone sono il patrimonio aziendale più importante. Negli anni abbiamo infatti cercato di innescare un circolo virtuoso tra lo sviluppo del nostro capitale umano e la crescita degli investimenti produttivi, perché se cresciamo noi, cresce la nostra comunità e cresce il Paese”.
Significativo anche l’impegno nella ricerca (oltre 155 milioni di euro investiti negli ultimi dieci anni): i trial clinici attivi nel 2015 sono 54 – il 7% di tutti gli studi clinici in Italia nell’anno– di cui il 19% in fase I. I trial coinvolgono 321 istituti e quasi 2.000 pazienti, per un valore economico di circa 5 milioni di euro. Ed è di ricerca che ha parlato Baclet, allargando l’orizzonte a livello globale. Le aree terapeutiche in cui Lily sta studiando nuovi farmaci sono quelle che presentano le domande di salute più pressanti: diabete, oncologia, malattie autoimmuni, malattie degenerative e dolore. “Rispetto al passato – ha detto Beclet – vogliamo mettere ancora di più al centro il paziente affinché possa gestire al meglio la cura. Per quanto riguarda il morbo di Alzheimer, il farmaco sperimentale a cui stiamo lavorando per agire contro la progressione della malattia è in fase III, abbiamo grandissime aspettative e ci auguriamo che per la fine dell’anno possano arrivare risultati positivi. Entro un anno - ha annunciato Beclet – anche un farmaco per la cura dell'artrite reumatoide".
"Grazie per ciò che avete fatto per migliorare la salute dei cittadini e qui in Toscana anche sul fronte dell’occupazione”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, aggiungendo un ulteriore impegno verso Eli Lilly e le altre multinazionali del farmaco: lavorare insieme alla costruzione, in tempi brevi, di una piattaforma logista per ridurre i costi e creare un importante vantaggio competitivo. Una proposta concreta che rappresenta il miglior regalo di compleanno per l’azienda che ha scelto e confermato la Toscana come la regione in cui continuare a crescere.
La storia di Lilly: la timeline dell'impegno nella ricerca e sviluppo
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