Lotta agli sprechi nella ricerca biomedica. La Fondazione Gimbe porta in Italia la campagna Reward
14/09/16
Il progetto nasce dalla rivista The Lancet, che ha denunciato l’enorme spreco legato agli investimenti in ricerca biomedica
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Il progetto nasce dalla rivista The Lancet, che ha denunciato l’enorme spreco legato agli investimenti in ricerca biomedica
Oltre l’85 per cento degli investimenti in ricerca biomedica non produce evidenze per l’assistenza sanitaria, genera sprechi e non determina quel contributo al miglioramento della salute dei pazienti che sarebbe il suo obiettivo prioritario. E’ questo l’allarme lanciato dalla rivista Lancet nel gennaio 2014, con la serie di articoli Research: Increasing Value, Reducing Waste. Lo studio ha documentato come per aumentare il ritorno degli investimenti della ricerca (value) è necessario stabilire priorità più rilevanti, migliorare disegno, conduzione e analisi, ottimizzare le procedure di gestione e regolamentazione, garantire un adeguato reporting e una migliore usabilità della ricerca.
È stata quindi costituita la REWARD (REduce research Waste And Reward Diligence) Alliance e lanciata la campagna Lancet-REWARD che ha pubblicato il REWARD Statement e le raccomandazioni con relativi indicatori di monitoraggio su cinque aree di potenziali sprechi della ricerca biomedica: rilevanza della ricerca, adeguatezza del disegno dello studio, dei metodi e delle analisi statistiche, efficienza dei processi di regolamentazione e gestione, completa accessibilità ai dati, usabilità dei report.
La Fondazione GIMBE è l'unica organizzazione in Italia che ha aderito ufficialmente alla campagna. Tra le iniziative sostenute dalla Fondazione sono da segnalare il rilancio della ricerca indipendente AIFA; l’Human Technopole; la call per un’agenzia nazionale per la Ricerca. “Tuttavia – come spiega Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe in un articolo su Sanità24 de Il Sole 24 Ore - l'inderogabile necessità di ottenere il massimo ‘valore’ dal denaro investito impone un'attenta valutazione degli indicatori utilizzati per misurare il ritorno degli investimenti: produttività scientifica, pubblicazione di evidenze di elevata qualità, impatto della ricerca sui servizi sanitari e sugli esiti di salute, oltre ovviamente a brevetti e profitti, prioritari per chi produce farmaci e tecnologie sanitarie”.
“Siamo consapevoli – si legge nel REWARD (Reduce research Wast and Reward Diligence) Statement - che, nonostante i nostri sforzi per eccellere nella ricerca, ampi sono i margini di miglioramento per ridurre gli sprechi e aumentare il value dei nostri contributi. Il potenziale dei nostri studi viene massimizzato quando: le priorità di ricerca rispondono ai bisogni dei pazienti; la pianificazione, conduzione e analisi della ricerca sono effettuate con adeguato rigore metodologico; il processo di regolamentazione e gestione della ricerca è proporzionato ai rischi per i partecipanti; tutte le informazioni su metodi e risultati della ricerca sono accessibili; i report della ricerca sono completi e utilizzabili”.
“Crediamo – si legge ancora nel testo che spiega lo spirito della campagna - che sia nostra responsabilità contribuire non solo al progresso delle conoscenze, ma anche al progresso della metodologia della ricerca. Questo permetterà di migliorare la salute e la vita delle persone in tutto il mondo. In qualità di finanziatori, enti regolatori, organizzazioni commerciali, editori, direttori di riviste biomediche, ricercatori, utilizzatori della ricerca e altro ci impegniamo a fare la nostra parte per aumentare il value e ridurre gli sprechi della ricerca”.
Per approfondire:
www.gimbe.org
La campagna Lancet – REWARD in italiano
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