#FasSalute. Dai robot un passo avanti nella chirurgia epatica
29/09/16
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Focus sul progetto IMEROS, tra i beneficiari del bando FAS Salute di Regione Toscana. Obiettivo, aumentare l’efficienza di intervento in chirurgia epatica grazie ai robot.
Una miglioramento significativo del trattamento chirurgico dei tumori al fegato, in termini di qualità delle prestazioni per il paziente, potrebbe arrivare dalla robotica. Lo scopo del progetto IMEROS, che sta per Integrated Medical RObotic Solutions, è infatti quello di sviluppare nuove tecnologie robotiche integrate che possano contribuire a una maggiore efficacia sia in termini di trattamento chirurgico che sul fronte della diagnosi tele assistita intraoperatoria.
Del progetto e del suo sviluppo ne abbiamo parlato con il dottor Michele Di Marino, chirurgo presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi. Di Marino fa parte del team della Struttura Operativa Dipartimentale (SOD) di Chirurgia Oncologica a Indirizzo Robotico, diretta dal dottor Andrea Coratti, responsabile scientifico del progetto finanziato sul bando FAS Salute della Regione Toscana e che vede tra i beneficiari anche l’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant'Anna e i dipartimenti di Chirurgia e Medicina Traslazionale e di Ingegneria dell'Informazione dell’Università degli Studi di Firenze.
Partiamo dallo stato dell’arte: come si interviene, oggi, sul tumore al fegato?
Ovviamente la scelta del trattamento dipende dalla tipologia del tumore (primitivo o metastatico), dalla sua estensione, dalle condizioni generali del paziente e da altri parametri che vanno tenuti in considerazione. Detto questo, le possibilità di trattamento del carcinoma epatico, da attuare singolarmente o in combinazione, prevedono tecniche di chirurgia tradizionale (la resezione) e mini invasiva, la chemioterapia, ma anche trattamenti locali, tra cui la radiofrequenza è attualmente il più diffuso. Tra queste diverse opzioni terapeutiche, quella che vorremmo portare avanti con il progetto IMEROS è la termoablazione a microonde, andando a integrare l’approccio robotico con questa nuova tecnica che, tra le varie metodiche che sfruttano l’ipertermia estrema, è in grado di ottenere maggiore efficacia e minori perdite ematiche durante gli interventi chirurgici.
Robotica e termoablazione a microonde: ci spieghi meglio
L’idea è quella di ottenere il massimo vantaggio da entrambe le tecnologie, integrando in un unico sistema robotico la termoablazione a microonde. Nella pratica, quello che vorremmo fare è implementare il robot chirurgico DaVinci® con un ulteriore braccio meccanico capace di utilizzare in modo ottimale le proprietà coagulanti dell’energia elettromagnetica e rendere più sicuri e rapidi gli interventi di resezione epatica condotti per via mininvasiva robotica grazie al miglioramento dell’emostasi. Meno perdita di sangue, più precisione, maggiore rapidità ci permetterebbero di lavorare in sicurezza, avere una maggiore stabilità del campo operatorio e la possibilità di eseguire procedure estremamente delicate su strutture di piccole dimensioni grazie alla visione HD. Contemporaneamente stiamo ragionando anche su un altro filone di sperimentazione, che prevede di manovrare, tramite braccio robotico già esistente, un dispositivo a ultrasuoni gestito da un altro trocar robotico. Questa soluzione, tra l’altro, permetterebbe di applicare la termoablazione a microonde nella chirurgia laparoscopica mini invasiva.
Il progetto ha anche un secondo obiettivo, che guarda a una migliore efficienza dell’esame intraoperatorio
Esatto. Con IMEROS, insieme ai colleghi di anatomia patologica che lavorano con noi al progetto, vorremmo anche andare a migliorare l’efficienza delle valutazioni istopatologiche estemporanee attraverso lo sviluppo di una piattaforma robotica. Quello che succede oggi è questo: in circa dieci minuti al patologo viene chiesto di dare una risposta esaustiva su una lesione per dare la possibilità a noi chirurghi di procedere in sicurezza. L’esame intraoperatorio rappresenta una delle attività più difficili, anche per un patologo esperto. Grazie ad una piattaforma robotica ad hoc, potremmo ridurre i tempi necessari per le valutazioni, ma soprattutto renderle più affidabili negli esiti diagnostici. Se i patologi potessero assistere via remoto all’intervento del proprio ambito di specializzazione e ricevere in tempo reale informazioni sulla consistenza dei tessuti esportati dal paziente, sfruttando le microonde, potremmo ottenere una maggiore affidabilità dell’esame estemporaneo, favorendo la scelta chirurgica più appropriata per quel singolo paziente. La ricaduta in termini di qualità della prestazione sarebbe sicuramente elevata.
A che stadio siete del progetto, su entrambi i fronti?
Sul primo filone stiamo realizzando la progettazione degli aghi (dimensione, potenza, riscaldamento) e la compatibilità di sviluppo sul braccio robotico. Sull’altra linea di progetto, i colleghi stanno valutando la fattibilità dell’applicazione delle microonde per lo studio dei tessuti.
Nel progetto ci sono anche tre imprese, qual è il loro contributo?
L’apporto delle imprese è fondamentale, sia sul fronte della tecnologia che del know how che possono mettere a disposizione. Stiamo partendo dalla loro casistica per valutare la fattibilità e l’applicabilità delle nostre idee, sia sul fronte del braccio robotico che su quello dell’analisi dei tessuti. Le aziende sono tre: Ekymed, attiva nel campo dell'endoscopia e della chirurgia minimamente invasiva; Biomedical, che ha il proprio core business nei prodotti medicali, e Dedalus che opera nel settore dell'ICT sanitario.
Che cosa vi aspettate in termini di risultati? E in quali termini e con che tempi questi risultati potrebbero avere una ricaduta diretta sulle persone?
Siamo ancora in una fase progettuale, difficile parlare di risultati. Nei prossimi mesi partiremo con la sperimentazione sui tessuti animali per valutare l’efficacia applicativa della termoablazione a microonde rispetto a entrambi i filoni progettuali. Poi procederemo con la sperimentazione in vivo e una volta che avremo conferma dei requisiti di sicurezza ed efficacia del trattamento perseguiremo con quella sull’uomo. La strada è lunga, ma siamo fiduciosi che dalla combinazione tra tecnologia robotica e termoablazione a microonde possa arrivare un miglioramento significativo del trattamento chirurgico dei tumori al fegato.
Il bando regionale FAS Salute. IMEROS è uno dei 16 progetti finanziati dalla Regione Toscana sul bando FAS Salute 2014, emanato nell'ambito della linea 1.1.2 del PAR FSC (ex FAS) 2007-2013, per sostenere la ricerca in materia di qualità della vita, salute dell'uomo, biomedicina e farmaci innovativi. Complessivamente la Regione trasferirà ai beneficiari che si sono aggiudicati il co-finanziamento pubblico oltre 14 milioni di euro.
Nella FOTO, il team della Struttura Operativa Dipartimentale (SOD) di Chirurgia Oncologica a Indirizzo Robotico, diretta dal dottor Andrea Coratti. Il dottor Michele Di Marino è il secondo, da destra.
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