Si aprirà il prossimo 8 ottobre alla Swiss Arena di Zurigo la prima edizione del Cybathlon, la competizione in cui atleti con disabilità potranno gareggiare con dispositivi e tecnologie all’avanguardia, come gambe e braccia elettroniche, esoscheletri e sedie a rotelle intelligenti, dispositivi che ancora non possono essere usati in gare quali le paraolimpiadi. Tra i concorrenti, ci sarà la squadra “Softhand PRO”, composta da un gruppo di ricercatori del Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e di QBrobotics, spin off dell’Università di Pisa e dell’IIT, che attualmente lavora allo sviluppo e alla commercializzazione della Softhand.
Obiettivo della manifestazione, organizzata dal Politecnico federale (ETH) di Zurigo in collaborazione con il centro di competenza nazionale sulla ricerca in robotica (NCCR Robotics), non è premiare il solo risultato sportivo, ma anche incoraggiare ricercatori e produttori a realizzare dispositivi tecnologici in grado di aiutare meglio e più efficacemente le persone con disabilità fisica nelle loro attività quotidiane.
“Il progetto SoftHand – racconta Sasha Blue Godfrey, ricercatrice all’IIT di origine statunitense che guiderà il team italiano durante la competizione – nasce tra i laboratori di Pisa e Genova dal gruppo di ricerca di Antonio Bicchi, con l’obiettivo di costruire una mano robotica antropomorfa semplice, robusta e altamente funzionale. La Softhand Pro è stata testata su molti pazienti nei migliori centri prostetici, dall’Italia agli Stati Uniti, inclusa la prestigiosa Mayo Clinic del Minnesota. Tra poche settimane la SoftHand Pro sarà disponibile anche per i pazienti del Rehabilitation Institute of Chicago, ma anche negli ospedali di Houston e di Miami”.
La Softhand PRO concorrerà nella sezione della gara dedicata alle protesi degli arti superiori. La gara consisterà nell’eseguire i compiti della vita quotidiana, semplici per molti ma difficili per chi non ha le proprie mani, quali cambiare una lampadina o apparecchiare la tavola.
Il pilota del team italiano è Clint Olson, 28 anni, proveniente dal Minnesota (USA), che ha provato per la prima volta mano robotica SoftHand Pro durante alcune prove presso la Mayo Clinic in USA, apprezzando i vantaggi che otteneva. Dopo averlo visto usare la nuova mano con grande destrezza dopo pochissimi minuti, i ricercatori italiani gli hanno chiesto di gareggiare al Cybathlon. “Partecipare al Cybathlon” – afferma Olson – è un’opportunità unica per contribuire a far compiere un passo avanti alla tecnologia protesica, cimentandosi in un ambiente competitivo, su azioni quotidiane, come appendere un vestito o aprire un barattolo, che però possono essere molto difficili da compiere per persone con disabilità”.
Per il progetto di mano robotica il Consiglio Europeo delle Ricerche ha conferito nel 2012 al professor Antonio Bicchi un ERC Advanced Grant, uno dei maggiori riconoscimenti all’eccellenza e all’innovatività della ricerca. Successivamente, grazie al finanziamento europeo per il progetto “SoftPRO” (www.softpro.eu) nel 2015, la mano è stata studiata e sviluppata per un uso protesico.
La Squadra:
Sasha Blue Godfrey, Ricercatrice a IIT, Cybatlhon Team Leader.
Manuel G. Catalano, Ricercatore a IIT, Sviluppo Hardware.
Matteo Rossi, Dottorando a IIT, Controllo e test.
Cristina Piazza, Dottoranda a Università di Pisa, Sviluppo di Meccanica e Controllo.
Alessandro Raugi, Ingegnere a QBrobotics, controllo e sviluppo software
Clint Olson, Pilota.
Maria Rosalie Bellin, Secondo Pilota e fotografo del team.
Antonio Bicchi, Senior Researcher a IIT e professore ordinario all’Università di PISA, Supervisore.
Nelle foto Clint Olsen (credits: ETH Zurich / Alessandro Della Bella)
Fonte: Ufficio stampa e comunicazione Università di Pisa
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