#FasSalute. Un progetto prezioso come un Diamante per migliorare il trattamento dei tumori del pancreas
13/12/16
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Intervista al professor Ugo Boggi, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale e dei trapianti dell’Aoup e coordinatore del progetto di ricerca Diamante.
L’Adenocarcinoma Duttale Pancreatico, il cui acronimo anglosassone è PDAC, è una delle neoplasie maligne più devastanti presenti in natura. È ai pazienti affetti da questa terribile tipologia di carcinoma che guarda il progetto pisano di diagnostica molecolare Diamante: obiettivo, ottimizzarne la gestione terapeutica sviluppando un innovativo approccio traslazionale che permetta di agire quanto più precocemente possibile e in maniera sempre migliore nel trattamento clinico di queste neoplasie. Del progetto ne abbiamo parlato con coordinatore scientifico, il professor Ugo Boggi, ordinario di Chirurgia generale (Dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia) all’Università di Pisa e direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale e dei trapianti dell’Aoup. Al suo fianco, una squadra multidisciplinare composta da gruppi di ricerca con competenze complementari e forte visibilità internazionale.
Qual è lo scopo del vostro progetto di ricerca, uno dei sedici selezionati dalla Regione Toscana per il Bando FAS Salute?
L’acronimo del progetto “Diamante” racchiude alcune parole chiave che evidenziano lo scopo di questa ricerca che sono DIagnostica Avanzata Molecolare Nella Terapia oncologica, il target di questo studio sono i pazienti affetti da Adenocarcinoma Duttale Pancreatico (Acronimo anglosassone PDAC). Tenteremo di utilizzare alcune informazioni biologico-molecolari già in nostro possesso sul PDAC, con l’obiettivo di migliorare le scelte terapeutiche per i pazienti affetti da questo tumore, uno tra i più devastanti presenti in natura.
Cosa rende innovativo il vostro progetto e quale miglioramento potrebbe apportare rispetto allo stato dell'arte in materia?
L’innovazione consiste nel poter valutare in maniera precoce alcune caratteristiche biologiche del PDAC e l’espressione di alcuni marcatori biomolecolari predittivi dell’aggressività e della risposta al trattamento dell’Adenocarcinoma Duttale Pancreatico. Attraverso un prelievo bioptico, rappresentativo della neoplasia, cercheremo di capire se e quali presidi terapeutici - chemioterapia, approccio chirurgico o una combinazione di questi - possano costituire il “best supportive care” per questi pazienti. Il fine è quello di poter incidere sul miglioramento della qualità di vita, il tempo libero da malattia e la sopravvivenza.
Quali sono i soggetti beneficiari che compongono il partenariato, e quale il loro rispettivo contributo in termini di attività di ricerca?
In questo progetto partecipano cinque unità universitarie coinvolte a pieno titolo nella ricerca: oltre al nostro Dipartimento, ci sono l’Istituto di Tecnologie Biomediche e l’Istituto di Nanoscienze del CNR; la Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia Center for Nanotechnolgy Innovation IIT@NEST e la Classe di Scienze Matematiche e Naturali della Scuola Normale Superiore. Si tratta di un team multidisciplinare composto da gruppi di ricerca con competenze complementari e forte visibilità internazionale, supportati dalla stretta sinergia con partner industriali attivi nel campo della microscopia ad alta risoluzione come Nikon Instruments, Biomedica Mangoni e IDigital Technology Art. La parte universitaria avrà il compito di sviluppare un nuovo modello di studio per il PDAC, mente la parte industriale dovrà sviluppare una nuova combinazione di nano-materiali e sistemi di analisi microscopica molto più performanti rispetto alle tecnologie attualmente presenti sul mercato. Nel progetto le imprese costituiscono la colonna fondamentale per lo sviluppo e il trasferimento tecnologico del progetto.
Che cosa vi aspettate in termini di risultati?
Il nostro desidero è quello di realizzare una nuova piattaforma di studio dei tumori pancreatici che si basa sulla realizzazione di nuovi materiali, nuove tecnologie e nuovi sistemi di analisi.
I risultati di questo studio hanno l’intento di proporre un nuovo approccio terapeutico per il management dei pazienti affetti da PDAC. La biopsia nei tumori pancreatici, in generale, è un aspetto tanto importante, quanto delicato e controverso del problema. Cionondimeno la possibilità di poter agire quanto più precocemente possibile e in maniera sempre migliore nel trattamento clinico di queste neoplasie è una sfida che coinvolge tutti gli operatori del sistema che si adoperano per combattere questa patologia.
E in quali termini e con che tempi questi risultati potrebbero avere una ricaduta diretta sulle persone e sul Servizio Sanitario?
Nei due anni del progetto saranno validati protocolli per ottenere informazioni più dettagliate su specifici marcatori molecolari che possano guidare nella selezione delle terapie più appropriate sulla base delle caratteristiche di ciascun paziente, inclusi trattamenti chemioterapici precedenti alla chirurgia. Il nostro desiderio, risultati del progetto permettendo, è quello di poter agire sui pazienti prima possibile dopo la fine dello studio. La grande aspettativa che si ripone in Diamante non è soltanto rivolta al miglioramento dello status quo dei pazienti affetti da PDAC, ma quello di implementare e migliorare l’offerta del servizio sanitario anche in un’ottica di risparmio della spesa, fornendo, se possibile, trattamenti clinici appropriati con sempre una più alta probabilità di successo.
Il bando regionale FAS Salute. Diamante è uno dei 16 progetti finanziati dalla Regione Toscana sul bando FAS Salute 2014, emanato nell'ambito della linea 1.1.2 del PAR FSC (ex FAS) 2007-2013, per sostenere la ricerca in materia di qualità della vita, salute dell'uomo, biomedicina e farmaci innovativi. Complessivamente la Regione trasferirà ai beneficiari che si sono aggiudicati il co-finanziamento pubblico oltre 14 milioni di euro.
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