La Toscana e la ricerca: firmato un protocollo per l'industria 4.0
01/03/17
Toscana Tech è stata l’occasione per la firma di un protocollo che punta a facilitare l’incontro tra imprese e mondo della ricerca
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Toscana Tech è stata l’occasione per la firma di un protocollo che punta a facilitare l’incontro tra imprese e mondo della ricerca
Rendere più facile l’incontro e lo scambio tra le aziende, soprattutto le piccole e medie imprese, e 180 laboratori di Università e Enti e organismi nazionali di ricerca presenti in Toscana. E’ questo, in estrema sintesi, il cuore dell’accordo firmato nei giorni scorsi al Palazzo Congressi di Firenze nell’ambito di Toscana Tech. Gli enti sottoscrittori del protocollo, oltre a Regione e Irpet sono: le Università degli Studi di Firenze, Pisa e Siena, l’Università per stranieri di Siena, la Scuola Normale superiore, la Scuola Superiore Sant'Anna, la Scuola IMT, il Cnr-Area di Firenze e Pisa, l’Istituto italiano di tecnologia, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, l’Istituto nazionale di astrofisica, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria e l'E.N.E.A.
I punti salienti del documento. L'accordo prevede che gli ambiti applicativi potranno spaziare dalla digitalizzazione interna delle imprese all'internet delle cose, al cloud computing, ai big data, alla robotica, alla cyber-sicurezza, all'intelligenza artificiale, alla realtà aumentata, alla manifattura additiva o preventiva. In prospettiva l'approccio potrà essere esteso anche a genomica e medicina personalizzata, nonché all'agricoltura di precisione. L'attuazione delle finalità del Protocollo (valido fino al 2020 e rinnovabile) e il monitoraggio delle azioni previste saranno curate da un coordinamento tecnico composto da un rappresentante per ogni soggetto firmatario.
“Quello della tecnologia applicata all'impresa è un tema caro all'amministrazione regionale” ha sottolineato il presidente della Regione Enrico Rossi, che ha ricordato la svolta del 2011, con la scelta della Regione di concentrare i finanziamenti europei sulle aziende più dinamiche che investendo creavano un valore aggiunto per l'intera economia. "Fu una svolta difficile - ammette Rossi - ma che alla fine ha pagato. In quelle aziende è cresciuta infatti l'occupazione: del 3,8 per cento".
Dall’UE i complimenti alla Toscana per l’uso dei fondi europei. "La Toscana è una regione di riferimento in Europa – ha detto Corina Cretu, commissaria dell’Unione Europea – e Leonardo da Vinci sarebbe contento oggi del lavoro che si sta facendo". Quel lavoro che ha visto negli ultimi anni il decollo di meccatronica, realtà aumentata e biotech che pervadono più di quanto si possa immaginare la vita di tutti i giorni.
Il punto sull’innovazione in Toscana. Ad oggi la rivoluzione "tech"non riguarda solo l'industria ma anche agricoltura e turismo, perfino la pubblica amministrazione. In Toscana ci sono infatti 1600 aziende ad alta valenza tecnologica di cui 75 spin off delle ricerca pubblica, si contano 46 mila addetti, 180 laboratori di ricerca e poi le università, spin-off e start up all'avanguardia e un trend in crescita di circa il 6 per cento l'anno. Il fatturato ha superato i 18 milioni di euro e i dati sono quelli del 2014: oggi va anche meglio.
Innovazione e lavoro, la sfida delle Regioni. A Firenze il governatore Rossi ha poi toccato anche il tema dell'occupazione, ribadendo che si può innovare ed essere più competitivi senza perdere o tagliare i posti di lavoro. "Non ho mai avuto atteggiamenti luddistici nei confronti dell'industria – ha spiegato Rossi – Certo ogni innovazione sostituisce lavoro e di conseguenza occorre gestire la transizione. Da anni sosteniamo la investimenti di imprese e professionisti in ricerca, sviluppo, innovazione e formazione nella consapevolezza che la crescita e le opportunità occupazionali, soprattutto per i giovani, non possano derivare solo dal turismo o da settori maturi. Il manifatturiero e le relazioni con il sistema delle ricerca sono state una priorità dal 2010 e se oggi l'andamento regionale del Pil, dell'export e della disoccupazione è migliore rispetto al dato nazionale lo si deve al dinamismo di parte delle imprese e dei lavoratori ma anche a scelte regionali di politica industriale "dal basso" concentrando ad esempio le risorse in alcuni settori come quelli di fotonica, fabbrica intelligente, nanotecnologie, robotica e meccatronica oppure favorendo appunto le imprese più orientate alla crescita".
Fonte: www.intoscana.it
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