BioCare Provider, la tecnologia che migliora la vita
26/04/18
BioCare Provider è entrata nel Gruppo Camlin. Abbiamo intervistato Francesca Sernissi
filtra per Biotech&Pharma Medical Device ICT Nutraceutica Sanità
BioCare Provider è entrata nel Gruppo Camlin. Abbiamo intervistato Francesca Sernissi
Device mobili, tecnologie per il monitoraggio remoto dei pazienti, Information and Communications Technology (ICT) applicate alla farmaceutica e all’assistenza socio sanitaria. Sono questi i terreni sui quali si muove BioCare Provider, startup pisana nata nel 2013 come spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Poche settimane fa, l’azienda toscana è entrata nel Gruppo Camlin, multinazionale leader nel settore tecnologico e ingegneristico. Abbiamo intervistato Francesca Sernissi, co-fondatrice di BioCare Provider.
Partiamo dall’inizio. Come e perché nasce BioCare Provider?
Quando siamo nati, nel 2013, eravamo una delle prime startup toscane. Fin dall’inizio la mission è stata quella di mettere le più moderne tecnologie informatiche a disposizione di pazienti e professionisti della salute, con l’obiettivo di migliorare la salute e la qualità di vita delle persone.
Da chi è formato il team?
La compagine è cambiata negli anni. Attualmente siamo in quattro: Antonio Mancina, ingegnere informatico, Raffaello Brondi e Daniele Sartiano, che sono due informatici e poi ci sono io, laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Vorrei citare anche Filippo Bannò e Mauro Marinoni, ingegneri informatici e Christian Castelli, informatico, che hanno fatto parte della nascita di BioCare Provider, ma che oggi hanno intrapreso altri percorsi professionali in Italia e all’estero.
Parliamo dei vostri progetti.
DrDrin è sicuramente uno dei più conosciuti. Si tratta di una piattaforma informatica al servizio dei malati cronici. Abbiamo creato uno strumento accessibile attraverso un portale web e applicazioni per smartphone e tablet partendo dalla necessità di semplificare e garantire la corretta terapia da assumere. È uno strumento utile al paziente, ma anche al medico, al farmacista, ai familiari, che possono così condividere e gestire al meglio il suo percorso terapeutico, personalizzandolo e integrandolo anche con altri sistemi informatici e banche dati. Attualmente il framework drDrin sta dando un contributo importante alla piattaforma CAMLIN-ARC, che promette di essere un game changer nella riabilitazione domiciliare. ARC è attualmente in fase di sperimentazione clinica in più siti, in pazienti che hanno subito un ictus e necessitano, pertanto, di iniziare un percorso di riabilitazione nel più breve tempo possibile.
Una collaborazione importante nata durante il nostro percorso imprenditoriale è quella con la Clinica Mobile, il gruppo medico ufficiale del Campionato mondiale di motociclismo.
Di che cosa si tratta?
Per Clinica Mobile abbiamo realizzato ‘Faster than your bike’, una soluzione che consente a medici e fisioterapisti di trovare e inserire i report relativi alle visite fatte ai diversi piloti. Da questo menù si può accedere a EasySched, un modulo integrato che consente al personale medico di visualizzare in maniera semplice l’agenda degli appuntamenti con gli atleti, di accedere e di gestire la cartella clinica dei piloti stessi. Sia drDrin che EasySched sono soluzioni che abbiamo sviluppato integrando servizi web e mobile con algoritmi intelligenti, nel rispetto dei data privacy e personalizzando le interfacce e le funzionalità sulla base dello specifico setting clinico.
Avete realizzato anche dei progetti per la Regione Toscana. Quali sono e in che rapporto siete con la Regione?
I rapporti sono buoni, non solo perché abbiamo portato avanti dei progetti per la Regione, ma perché grazie ad alcuni soggetti come la Scuola Sant’Anna, Toscana Life Sciences e lo stesso Distretto Toscana Scienze della Vita, abbiamo trovato un sostegno per il nostro lavoro. Nel dettaglio i progetti portati avanti sono tre, realizzati per l’Agenzia Regionale in Sanità. Si tratta di portali web dedicati al monitoraggio degli esiti clinici, degli esiti legati all’assistenza territoriale, inclusi i Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA), e dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
C’è un filo rosso, un’idea di base che unisce i vari settori nei quali avete lavorato?
Probabilmente l’idea che l’healthcare non possa più essere concepita come un settore a ‘compartimenti stagni’, ci ha portato ad immaginare e realizzare soluzioni trasversali, facili da adattare ai diversi setting clinici e alle diverse esigenze. Noi le cerchiamo attraverso le nostre competenze, declinando le opportunità delle tecnologie mobili e digitali nei vari contesti, abbandonando progressivamente il dualismo fra sano e malato. Per stare nel concreto dei progetti di cui abbiamo parlato, le soluzioni per gli sportivi e i pazienti non sono così distanti. DrDrin è un esempio di applicazione di una stessa tecnologia declinata in contesti fra loro apparentemente diversi ma uniti da un comune denominatore: la necessità dell’individuo, in quanto sportivo che deve seguire un percorso più o meno lungo ed intensivo di riabilitazione, o di paziente che necessita di cure croniche o di lungo termine. Il confine fra mondo della cronicità e quello della riabilitazione è sottile se si mette realmente al centro l’individuo con le proprie necessità e caratteristiche. BioCare ha sempre voluto inserirsi in queste dinamiche e tra i suoi protagonisti, portando idee che migliorino le condizioni di vita delle persone.
L’ingresso nel Gruppo Camlin vi aiuterà a vincere questa scommessa.
Di sicuro per noi è un’opportunità e ci fa piacere che abbiamo apprezzato il nostro impegno e deciso di puntare sulle nostre professionalità. Camlin è una realtà internazionale, con venti sedi nel mondo. Gran parte dei loro investimenti sono destinati alla ricerca e allo sviluppo in vari settori, anche in quello dell’healthcare. Ed è qui che entriamo in gioco anche noi. Avevamo già iniziato a collaborare con loro alla realizzazione di CAMLIN-ARC, ma l’ingresso nel gruppo consolida un rapporto che ci consentirà di crescere e di strutturarci meglio. Inoltre, Camlin ha nei propri piani un’espansione nell’area pisana, uno dei punti nevralgici della ricerca italiana. Questo permetterà di accorciare il gap fra ricerca e mercato.
Torniamo al punto di partenza. Alla vostra vita da startup. Quali sono state le principali difficoltà incontrate in questo percorso?
Sicuramente quelle legate ai finanziamenti. Ci sono delle tempistiche incompatibili con la vita di una start up. Devi dedicare tanto tempo ai bandi regionali, nazionali ed europei, con il rischio di trovarti in difficoltà sia se non li vinci, per ovvie ragioni, ma anche in caso di esito positivo, per i tempi troppo lunghi nel mettere a frutto le risorse. Nel mezzo l’impresa deve continuare a lavorare. E non è sempre facile.
All’inizio di questa nuova avventura, con l’ingresso in Camlin, come vedi il futuro e dove ti vedi tra dieci anni?
Spero sempre qui, realizzando nuovi prodotti e facendo crescere ulteriormente la realtà che abbiamo creato. Siamo contenti di quello che abbiamo realizzato fino ad oggi e siamo contenti di averlo fatto qui, in Toscana e a Pisa, dando una prospettiva in più al nostro territorio. Un territorio che è strategico sotto tanti punti di vista e che, nell’integrazione fra life sciences e informatica, vede un ambito di sviluppo davvero importante per il futuro.
Nella foto: il team che sta lavorando al progetto ARC sulla riabilitazione domiciliare
Lascia un commento