Biotecnologie per la salute: ecco i numeri di BioInItaly 2018
22/05/18
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Il biotech per la salute si conferma trainante per il settore
“Le imprese biotech che operano in Italia si confermano un comparto fortemente innovativo e dedito alla ricerca con eccellenza in tutti i settori di applicazione delle biotecnologie”. Così Riccardo Palmisano, presidente Assobiotec – Federchimica e Federico Testa, presidente ENEA, nell’introduzione al BioInItaly Report 2018, dedicato alle imprese biotech in Italia presentato nei giorni scorsi.
Il Biotech per la salute. La fotografia delle imprese di biotecnologie in Italia conferma il primato, già riscontrato nelle precedenti rilevazioni, delle imprese che operano nel settore delle biotecnologie applicate alla salute dell’uomo, che sono 295, rappresentando oltre la metà delle imprese biotech italiane (52%). Le imprese dedicate alla R&S biotech, che impegnano il 75% o più dei propri costi totali di ricerca in attività biotech, sono 183, di cui 161 a capitale italiano.
Il comparto salute genera una quota preponderante del fatturato, corrispondente a oltre 8 miliardi e mezzo (74% del totale) a fronte di più alti investimenti (91%) e di una maggiore quota di addetti (76%) impiegati in R&S biotech. Sono 314 i progetti presenti nella pipeline italiana, di cui 80 circa in fase di discovery, 145 in fase di sviluppo preclinico e 90 in sviluppo clinico. Il biotech italiano investe fortemente su quelle patologie che non trovano ancora risposte terapeutiche adeguate, come quelle in ambito oncologico, o di crescente rilievo clinico ed epidemiologico, anche in relazione al generale invecchiamento della popolazione, come le malattie neurologiche e degenerative. Grandi investimenti sono indirizzati anche verso le malattie infettive e lo sviluppo di vaccini.
Biotech e malattie rare. Quelli delle malattie rare e delle terapie avanzate sono tra i settori di eccellenza del biotech italiano: da un lato, infatti, la nostra ricerca accademica vanta il maggior numero di pubblicazioni scientifiche in materia di malattie rare; dall’altro dei 6 prodotti di terapia avanzata attualmente autorizzati al commercio in EU, ben 3 sono frutto della R&S italiana.
Ricerca e sviluppo. Guardando agli investimenti in R&S, è la Toscana la regione che più investe nel biotech farmaceutico, dopo la Lombardia e seguita dal Lazio. I due terzi circa degli investimenti in ricerca biotech sono concentrati nelle tre regioni Lombardia, Toscana e Lazio, vere e proprie aree leader per la ricerca italiana. Sul fronte del fatturato, il Lazio è al secondo posto, dopo la Lombardia ed è seguito dalla Toscana
Per approfondire:
Scarica il report BioInItaly 2018
Fonte: Assobiotec, Enea, First
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