Adozione tecnologie I4.0 nelle life sciences : un’analisi della realtà toscana
25/03/20
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Un’analisi con Francesco Mazzini, cluster manager del Distretto Toscano Scienze della Vita
Il 25 febbraio si è svolto presso l’Auditorium di Toscana Life Sciences il seminario “4.0 nei settori chimico-farmaceutica: presentazione del rapporto di ricerca”.
L’evento, promosso da Regione Toscana, ha presentato alcuni dati di una più ampia ricerca sul tema dell’impatto e della maturità dell’approccio Industria 4.0 (I4.0) nelle PMI toscane nei settori moda (tessile-abbigliamento e orafo), meccanico, chimico-farmaceutico, nautico, arredo casa, cartario e logistico, curato da un gruppo di ricerca universitario interdipartimentale, afferente all’Università di Siena, all'Università di Pisa e all’Università di Firenze.
Per il settore life sciences, tra i più incisivi della nostra Regione, il rapporto ha messo in evidenza uno stato di avanzamento nell’adozione delle tecnologie I4.0 mediamente più elevato rispetto agli altri settori presi in esame, soprattutto per maturità tecnologica e capacità operativa di digitalizzazione della comunicazione, raccolta dati e utilizzo di macchinari, compresi robot, pur risultando ancora ad un livello medio-basso, frammentato e poco diffuso rispetto ai top performer.
In particolare, al di là dei ritardi più o meno marcati sull’utilizzo delle tecnologie I4.0 nei processi produttivi, in alcuni casi legati alla natura intrinseca dei processi, un elemento comune a tutti i settori è il ritardo in ambito gestionale-organizzativo. A questo riguardo, il rapporto mette in evidenza come non solo ci sia una sostanziale mancanza di una cultura digitale adeguata che favorisca tale cambiamento, ma, in generale, ci siano criticità anche nella capacità di definizione ed implementazione di modelli di business appropriati per la propria realtà aziendale. In tal senso, cruciali risultano gli investimenti in formazione, specie a livello operativo e gestionale, per facilitare il coinvolgimento di tutti gli operatori e l’introduzione dell’innovazione.
“Quanto emerge dal rapporto è del tutto in linea con quanto osserviamo nella nostra esperienza quotidiana, non solo a livello toscano – afferma Francesco Mazzini, cluster manager del Distretto Toscano Scienze della Vita, nel suo intervento in qualità di panelist durante l’evento – La questione centrale è la cultura imprenditoriale delle PMI, la loro capacità di fare innovazione, con tutto quello che comporta. Un’impresa che con costanza analizzi i propri processi identifica bisogni, problemi e opportunità di sviluppo, per poi riproiettarsi sull’esterno per capire come muoversi, quale tecnologia implementare, su chi appoggiarsi. Su questa attività di assessment basa la propria pianificazione ed investimenti non solo a breve ma anche a medio e lungo termine. La valutazione ed eventuale adozione dell’approccio Industria 4.0 diventa una conseguenza direi naturale. Per far questo e affrontare gli scenari attuali, fortemente competitivi, occorrono preparazione, competenze e capacità manageriali che consentano di vedere oltre il quotidiano e creino i presupposti per leggere nuove opportunità di sviluppo e innovazione. Nella mia esperienza, non sono ancora molte le imprese che operano in quest’ottica, e non è solo una questione legata alla dimensione e quindi alle possibilità di investimento, coinvolge micro come grandi imprese; molto spesso è una questione di cultura imprenditoriale e capacità di gestione del cambiamento”.
Non dimentichiamo però che l’approccio Sanità 4.0 è basato sulle stesse tecnologie di Industria 4.0 e che, dunque, è opportuna una riflessione più ampia rispetto allo scenario delineato dal Rapporto presentato. Una riflessione, inoltre, tanto più attuale e necessaria alla luce dell’emergenza in corso dovuta al diffondersi del virus SARS-CoV-2 che al giorno 23 Marzo 2020, è giunto ad un totale di 209.839 contagi a livello globale, di cui 35.713 in Italia.[1] A tale proposito, prosegue infatti Mazzini: “I dati presentati a febbraio riguardano solo le PMI, ma non dimentichiamo il legame tra Sanità 4.0 e I4.0: anche in quest’ambito si osservano ritardi consistenti, nonostante ci sia ampia disponibilità di soluzioni applicative, così come ormai di esempi consolidati in altri paesi, come evidenziato nel nostro rapporto sulla Sanità 4.0. Le ragioni di questo ritardo sono molteplici, ma anche in questo caso un punto cruciale è la capacità di valutazione, gestione del cambiamento e pianificazione su più livelli.
A questo riguardo, l’emergenza Coronavirus ha mostrato quanto le tecnologie tipiche dell’approccio I4.0 possano fare la differenza nell’affrontare una situazione così drammatica e con tempistiche molto stringenti, come ad esempio nel monitoraggio remoto dei soggetti in quarantena, nell’identificazione rapida di contagiati, nella comprensione della diffusione del virus e nella ricerca di soluzioni terapeutiche tramite sistemi di intelligenza artificiale e data mining, nella distribuzione dei pazienti nelle strutture ospedaliere, nell’utilizzo di robot per la somministrazione di cibo e medicine, nella possibile produzione tramite manifattura additiva di componenti critici come ventilatori polmonari, mascherine, dispositivi di protezione ed altro. Per non parlare dello smart working e della didattica online.
Stiamo forzatamente sperimentando alcune di queste soluzioni anche nel nostro paese; l’auspicio è che terminata l’emergenza si prosegua in questa direzione per rendere ancora più efficace il lavoro degli operatori del nostro sistema sanitario, che stanno facendo uno sforzo enorme, con una dedizione incomparabile e per i quali i ringraziamenti non saranno mai abbastanza.”
[1] Fonte OMS. Per i dati aggironati: https://experience.arcgis.com/experience/685d0ace521648f8a5beeeee1b9125cd
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