Rapporto Cerved: il Covid non ferma il comparto scienze della vita
19/11/20
Il Rapporto Cerved Pmi 2020 sottolinea come l’healthcare mostrava una certa dose di resistenza ai ritmi altalenanti dell’economia nazionale e mondiale.
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Il Rapporto Cerved Pmi 2020 sottolinea come l’healthcare mostrava una certa dose di resistenza ai ritmi altalenanti dell’economia nazionale e mondiale.
Il Covid non ferma il comparto delle scienze della vita. Lo conferma il Rapporto Cerved Pmi 2020 che prevede una crescita piuttosto costante per tutta la filiera, dalle materie prime, alla produzione, passando per la distribuzione. Nel dettaglio il report sottolinea come l’healthcare mostra una certa dose di resistenza ai ritmi altalenanti dell’economia nazionale e mondiale.
Incrementi si vedono nel settore delle specialità farmaceutiche (7,3%) seguito dal 4,5% di aumento di fatturato nel settore degli apparecchi e dispositivi medicali fino al 7,9% in più nelle materie prime farmaceutiche.
Lo studio ha analizzato l'andamento economico delle pmi raggruppandole in 4 cluster, a seconda dell'impatto atteso sui ricavi, registrando che in base al Covid-Financial Impact, le 13 mila Pmi (l’8,4% del campione analizzato che genera il 10% del fatturato), appartenenti a settori della filiera farmaceutica hanno beneficiato di questa fase particolare (come il commercio online o la distribuzione alimentare moderna). Un comparto che riuscirà ad accrescere i ricavi nel 2020 e a mantenerli stabili. All’estremo opposto le 19 mila Pmi con un impatto molto intenso (il 12% delle società, che generano il 10% del fatturato complessivo) per cui i ricavi sono attesi in calo di almeno il 25% nel 2020. Su tratta prevalentemente di società che operano nella filiera turistica, nella ristorazione, nella logistica e i trasporti, in alcuni settori industriali.
Buone notizie anche sul fronte delle nuove nate in abito farmaceutico e medicale con 73 nuove aziende nel settore degli apparecchi medicali e ben 228 nel comparto dei prodotti farmaceutici e mediale, per una percentuale di crescita del 20,5% e dell'8,8% rispetto allo scorso anno.
Non è tutto oro però quello che luccica, perché nonostante la farmaceutica e il medtech presentino dati migliori rispetto ad altri settori, per quanto riguarda l’occupazione ci sono delle potenziali criticità. Da una parte il fattore di rischio è molto inferiore ad altri settori, ma anche la perdita di posti di lavoro non va sottovalutata. Nel migliore dei casi, ossia quello in cui la crisi è meno mordace, l’industria chimica e farmaceutica, con una popolazione di occupati nel 2019 di 143.293 persone, ha un rischio di default del 3,2% (con 4556 imprese a rischio) e un possibile calo della manodopera di 568 unità. E putroppo i licenziamenti (seppur ora bloccati dai decreti del Governo) salirebbero a 2179.
Clicca qui per scaricare il Rapporto Cerved PMI 2019.
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