Con Quipu il futuro dei sistemi ecografici biomedici è già arrivato
25/07/18
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Intervista a Vincenzo Gemignani, presidente e CEO dell’impresa pisana
Progettare una nuova generazione di sistemi ecografici biomedici basati su applicazioni software. È questa la mission di Quipu, che opera nel campo della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Gemignani, presidente e CEO dell’impresa pisana.
Come e quando nasce Quipu?
Quipu nasce nel 2011 come spin off del CNR e dell’Università di Pisa. Il progetto è partito da un gruppo di ricercatori, ingegneri e medici che hanno condiviso un percorso di ricerca nell’imaging digitale. Il punto di vista che ci ha mosso fin dall’inizio è stata la convinzione che le applicazioni software saranno il futuro dei sistemi ecografici innovativi e che da essi potranno aprirsi nuovi scenari nel campo della diagnostica biomedica.
In quali progetti si è concretizzata quest’idea?
Diciamo che nel 2016 abbiamo avuto un momento di rivisitazione abbastanza radicale della nostra attività, nel senso che abbiamo realizzato una piattaforma software per applicazioni per immagini ecografiche. L’obiettivo, per semplificare drasticamente, è passare dalle macchine classiche, grandi e ingombranti, ad una nuova architettura basata su un semplice computer o tablet, collegato ad una sonda wireless, con un software in grado di effettuare analisi intelligenti delle immagini ecografiche. Sonda ecografica wireless, pc/tablet e il nostro software sono le componenti della strumentazione che potrà rendere gli ecografi più semplici, convenienti, e innovativi.
Qual è il attualmente il vostro prodotto di punta?
Si chiama Cardiovascular Suite ed è costituito da due applicazioni software: FMD Studio e Carotid Studio. Il campo di azione è la prevenzione delle malattie cardiovascolari, la prima applicazione serve per valutare la funzionalità dei vasi periferici, la seconda per la rigidità e lo spessore della carotide. Si tratta di applicazioni che si possono eseguire su un pc elaborando immagini provenienti da un sistema ecografico vascolare dotato di una sonda. Nei nostri progetti questo è il primo di una serie di software destinati a cambiare radicalmente il panorama dei sistemi ecografici.
Chi sono i vostri clienti?
Il nostro target di riferimento è rappresentato da operatori sanitari, cliniche, ospedali, professionisti che operano su sistemi ecografici medici. Con Cardiovascular Suite siamo sul mercato europeo, ma anche in quello statunitense e giapponese.
Quali difficoltà avete incontrato, se le avete incontrate, nel vostro percorso?
Diciamo che il mercato dei dispositivi medici è piuttosto regolarizzato e conservativo e non è facile inserirsi. È difficile introdurre qualcosa di nuovo rispetto a quello che è già consolidato e le grandi o grandissime aziende la fanno un po’ da padrone. Il ripensamento della nostra attività al quale accennavo in precedenza comunque ha tenuto conto anche di questo aspetto cercando di superare anche questi ostacoli.
Essere nell’ecosistema regionale delle scienze della vita è un valore aggiunto per il vostro lavoro?
La Regione ci è stata di aiuto soprattutto nel facilitare lo sviluppo di una rete internazionale di partnership. Favorire l’attività di networking e collegamento anche con realtà al di là della Toscana e dell’Italia è molto importante.
A proposito di partnership e di networking qual è il vostro giudizio sul Meet in Italy For Life Sciences?
Personalmente ho partecipato agli ultimi tre dei quattro MIT e l’esperienza è sempre stata molto positiva. Per noi è sempre stato un momento di incontro con colleghi del settore, ma soprattutto con potenziali partner e investitori. È proprio grazie al MIT che abbiamo dato vita ad alcune collaborazioni importanti, tra cui, solo per ricordarne alcune, quella con Ateknea Solutions o con il Politecnico di Torino.
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