La Fondazione Toscana Life Sciences guarda sempre più lontano. Europa, ma anche Cina, perché la sfida legata alla medicina di precisione si gioca ormai sul fronte internazionale. A quasi tre anni dall’avvio di Regions4PerMed, progetto europeo di cui TLS è coordinatore, facciamo il punto con Gianni D’Errico, International Project Officer & European Affairs presso TLS e coordinatore del progetto dedicato allo sviluppo di programmi di ricerca e innovazione sul tema della medicina personalizzata. Un percorso che ha già coinvolto più di 30 Regioni, con un budget di 1,7 milioni di euro allo scopo di stabilire delle linee guida specifiche per supportare i programmi in questo campo.
Iniziamo delle ultime novità come la recente pubblicazione di un paper sul magazine Future Medicine. Da dove siete partiti per raccontate l’evoluzione del concetto di medicina personalizzata?
Siamo partiti con la volontà di tracciare l’evoluzione del concetto di medicina personalizzata. In realtà, mentre facevamo ricerche preliminari, abbiamo visto che oggigiorno il termine chiama in causa una serie di attori nuovi e diversi: scienziati, ricercatori e policy makers regionali e nazionali che hanno acquisito un ruolo sempre più importante nella sua traslazione nella pratica clinica. Il nostro stesso progetto Regions4PerMed si basa proprio sul contributo che le Regioni europee possono dare alla medicina personalizzata, e proprio da quest’esperienza abbiamo ragionato ribaltando un po’ il concetto e mettendo in parallelo i due termini. Da questo assunto poi abbiamo cercato, in prospettiva, di dare alcuni spunti su come evolverà sia il concetto di medicina personalizzata che il livello di coinvolgimento degli Stati e delle regioni europee.
Nel documento si definisce come fondamentale il ruolo degli enti regionali e locali nella modernizzazione della cura, ricerca e assistenza sanitaria. Come prevedete di spingere e coinvolgere le istituzioni?
Il paper, pubblicato dalla rivista internazionale Future Medicine, intende tracciare proprio il percorso evolutivo per dimostrare come la medicina personalizzata rappresenti un settore strategico per affrontare le principali sfide di salute pubblica. E proprio per questo, gli enti regionali e locali devono essere forza trainante nell’attuazione e nell’implementazione di un modello efficace di assistenza sanitaria personalizzata (Personalised Health Care - PHC). Si tratta della prima pubblicazione che pone l’accento sul ruolo delle Regioni europee all’interno di un percorso che solitamente appartiene alla comunità scientifica. Ossia, per la prima volta, si traccia una sorta di alleanza strategica tra i due mondi. La stessa Commissione Europea sta pianificando il lancio di una partnership su medicina personalizzata, un programma molto importante sia a livello di finanziamenti, che come attività da svolgere. Per tutta questa serie di ragioni crediamo che le Regioni, in questi nuovi schemi, dovranno avere un ruolo fondamentale.
Torniamo su Regions4PerMed. A tre anni dal lancio può raccontarci i punti di forza e debolezza del progetto?
Faccio un piccolo passo indietro per inquadrare meglio il tutto. Regions4PerMed è un progetto europeo incentrato sul ruolo cruciale delle Regioni per l’implementazione dei programmi di medicina di precisione. È un percorso quadriennale, coordinato dalla Fondazione Toscana Life Sciences, che si concentra su cinque aree tematiche chiave: Big Data in ambito sanitario; sistemi integrati in sanità; industria della salute; innovazione in sanità e aspetti socio-economici. Ogni pilastro è organizzato con una conferenza tecnica in cui si analizzano i dati e poi con i workshop in cui raccogliamo le istanze da trasformare in raccomandazioni per i policy maker regionali e nazionali. Il punto di forza è proprio il dialogo tecnico tra la comunità scientifica e le istituzioni. Grazie a questa sinergia siamo riusciti a portare all’attenzione dei portatori di interesse spunti, istanze e suggerimenti importanti sotto forma di raccomandazioni e linee guida. E stiamo già ricevendo feedback positivi dagli attori istituzionali. Paradossalmente la difficoltà maggiore che abbiamo riscontrato, soprattutto nelle prime fasi, è stata legata al livello di coinvolgimento delle Regioni. Per questo, abbiamo capito che era necessario ritarare il processo di disseminazione e comunicazione, affiancando a un approccio bottom-up uno top-down capace di attivare le Regioni europee attraverso delle ‘pressioni’ di pari, ossia incentivarne il coinvolgimento tramite il confronto con altre regioni prese a modello anche sotto la spinta delle più alte istituzioni europee (come Parlamento e Commissione).
E quali sviluppi futuri avrà il progetto?
Stiamo cercando di organizzare un evento al Parlamento Europeo, che prevede la partecipazione di parlamentari europei (che stano già svolgendo il ruolo di ambasciatori di Regions4PerMed) e di quanti più possibili rappresentanti regionali , in modo da rendere sempre più consapevoli assessorati e uffici competenti rispetto al ruolo strategico della medicina personalizzata. È un processo già avviato e che ci auguriamo di concludere con l’evento presso l’assise europea entro l’anno 2021. Sarà una conferenza tecnico-istituzionale che chiuderà il percorso e poi tireremo le somme su quante Regioni saremo riusciti a coinvolgere con questo approccio.
Il primo tema sul quale si sono concentrati gli sforzi del progetto Regions4PerMed è stato quello dei Big Data in sanità che si è chiuso con un report. Dopo di che si sono aperte le altre tematiche. Ecco le chiediamo un bilancio.
Si, il primo tema su cui hanno collaborato partner di 4 diverse nazionalità (Italia, Germania, Spagna e Polonia), è stato quello dei Big Data in sanità, di cui è disponibile il Report conclusivo che contiene delle raccomandazioni: dalla creazione di infrastrutture di raccolta e condivisione dei dati interoperabili a livello regionale e interregionale; ai cambiamenti organizzativi necessari per l’uso di dati a scopo clinico, con le quali ci rivolgiamo agli stakeholder europei per l’adozione e la condivisone dei principi di base intorno ai quali creare un coordinamento tra Regioni europee. Il secondo pilastro, organizzato dalla Polonia, si è concluso a marzo e adesso siamo nella fase di scrittura del report. Il terzo tema, in fase di svolgimento e organizzato dalla Regione Sassonia in Germania, prevede un doppio appuntamento con i workshop online dedicati alla creazione di ecosistemi di ricerca e allo sviluppo regionale per personalizzare l'industria sanitaria. Il quarto, in programma a luglio, verterà sull’innovazione trainata dalle autorità regionali (ad esempio attraverso lo strumento dell’appalto innovativo) e l’ultimo sarà a cura della Regione Toscana, saremo noi di TLS a organizzarlo e si concentrerà sugli aspetti socio-economici. Per tutti i pilastri, ancora una volta, il modello è quello del dialogo tecnico con i massimi esperti internazionali per un confronto sul piano d'azione. Nonostante i limiti legati alla pandemia, siamo molto soddisfatti, perché siamo riusciti a fare un ottimo lavoro e a mantenere un dialogo costante ed efficace con le tante Regioni europee, grazie soprattutto alle possibilità offerte dalla tecnologia e all'uso di conferenze e workshop online.
Quando si parla di Medicina Personalizzati i confini geografici sembrano non esistere. Il Vecchio Continente ma non solo. Dopo Regions4PerMed la Fondazione Toscana Life Sciences si è impegnata anche sul progetto SINO-EU PerMed. Di che si tratta?
Anche se è stato un anno particolare, come TLS abbiamo lavorato tanto su SINO-EU PerMed (“Widening Sino‐Eu Policy And Research Cooperation In Personalised Medicine”), progetto nato a gennaio 2020, della durata di 4 anni e mezzo. SINO-EU PerMed può contare su fondi europei e sull’impegno e l’expertise di 6 partner internazionali che si sono aggiudicati il finanziamento di circa 2 milioni di euro, con lo scopo di rafforzare la collaborazione scientifica e tecnologica tra Europa e Cina sul tema della medicina personalizzata, con lo scopo di favorire la creazione di programmi di ricerca congiunta nonché attivare azioni bilaterali di trasferimento tecnologico.
Può farci una prima sintesi sull’andamento del progetto.
Nel primo anno di vita le attività della Fondazione TLS si sono concentrate sulla mappatura. Siamo andati a indagare il grado di collaborazione tra Europa e Cina su tre livelli: scientifico, tecnologico e di finanziamento alla ricerca. Abbiamo utilizzato strumenti di intelligenza artificiale per mappare i primi due aspetti con parole chiave e query usate per fare data analisi nei principali database internazionali riuscendo a prendere visione, nelle due aree geografiche, di quante e quali sono le pubblicazioni e i brevetti su medicina personalizzata e su quali sono i settori di maggiore interesse a livello scientifico e tecnologico. Siamo riusciti, inoltre, a tracciare quali sono i ricercatori che collaborano di più tra Europa e Cina e quali sono i brevetti sviluppati congiuntamente.
E cosa è in programma per il futuro?
Dopo la prima fase di analisi abbiamo realizzato una mappatura così interessante che, su suggerimento dell’Unione Europea, abbiamo scritto un paper sottomesso a una rivista scientifica. Il documento ha già avuto un primo feedback positivo e contiamo di vederlo pubblicato prossimamente. Stiamo lavorando a un evento il 1 Luglio 2021 per coinvolgere gli stakeholder istituzionali, per capire insieme quali sono i punti di forza e di debolezza tra le due aree, in modo da raccogliere spunti utili a sviluppare un piano d’azione efficace per rafforzare i rapporti delle due realtà (europea e cinese). Per fare questo abbiamo deciso anche di inviare una delegazione in Cina per costruire partnership e dialoghi forti tra il consorzio IC-PerMed e i principali attori orientali a più livelli (accademico, industriale e di business). Seguirà poi l’organizzazione di eventi ad-hoc sia in Europa che in Cina.
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