L'Università di Pisa partner della ricerca pubblicata su Scientific Reports e condotta insieme alle Università di Londra, Malaga e Jena. Allo studio, fra economia e biongegneria, hanno collaborato Caterina Giannetti, ricercatrice del dipartimento di Economia e Management insieme ai colleghi del Centro di Ricerca Enrico Piaggio dell’Università di Pisa, in particolare al professore Pasquale Scilingo e ai dottori Lorenzo Cominelli, Alberto Greco, Mimma Nardelli e Roberto Garofalo. Fanno parte del gruppo di economisti stranieri, Francesco Feri, Miguel A. Melendelez, e Oliver Kirchkamp.
La ricerca è stata finanziata dall’Università di Pisa nell’ambito del progetto di ateneo 2018-2019 "Istituzioni, Mercati imperfetti e problemi di Policy” e dal CrossLab project del MIUR (Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca).
Il team di economisti comportamentali e bioingegneri dell’Ateneo pisano ha replicato uno esperimento molto noto in economia per analizzare la tendenza a fidarsi delle promesse. Il test, che prende il nome di due economisti, Gary Charness e Martin Dufwenberg, ha coinvolto circa 160 studenti dell’Università di Pisa che sono stati messi alla prova in diversi tipi di interazione: fra umani, fra umani-computer e umani-robot umanoide.
I risultati hanno dimostrato che i partecipanti tendono a fidarsi maggiormente del robot umanoide (e quindi delle sue promesse) rispetto ad altri tipi di agenti artificiali, proprio in virtù della somiglianza con gli esseri umani e della capacità di suscitare emozioni. Le conclusioni dello studio tendono dunque a smentire alcune vecchie teorie secondo le quali gli agenti artificiali troppo simili all’uomo possono ‘spaventare’, e questo aprirebbe nuove prospettive sull’impiego dei robot umanoidi in diversi contesti ad esempio per assistere le persone in banca o presso altre società di servizio o come supporto all’interno dei gruppi di lavoro. “Dal punto di vista degli economisti – conclude Giannetti - la sfida è certamente quella di capire in che modo un robot umanoide possa impattare su decisioni economiche rilevanti, considerando che agenti artificiali sono ormai quotidianamente coinvolti in molti aspetti della nostra vita”.
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