Il futuro della sanità nella settima edizione del Future Health Index 2022
23/09/22
La ricerca è stata condotta in 15 Paesi su un campione di circa 3000 individui (200 intervistati in Italia).
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La ricerca è stata condotta in 15 Paesi su un campione di circa 3000 individui (200 intervistati in Italia).
Pubblicata la settima edizione di Future Health Index 2022, il più grande studio a livello mondiale che analizza prospettive e priorità, attuali e future, per i leader della sanità. Lo studio analizza come dati e advanced analytics stiano fornendo agli operatori della sanità nuovi strumenti per migliorare la loro capacità di fornire assistenza a tutti i livelli, sia all’interno che all’esterno di un contesto ospedaliero tradizionale. La ricerca è stata condotta in 15 Paesi (Arabia Saudita, Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Singapore, Stati Uniti e Sud Africa) su un campione di circa 3000 individui (200 intervistati in Italia). Lo studio integra un’indagine quantitativa e interviste qualitative condotte tra dicembre 2021 e marzo 2022. Tra gli obiettivi sono emersi: raccolta e interoperabilità dei dati, intelligenza artificiale e analisi predittiva per sfruttare appieno il potenziale dei dati al servizio dell’efficienza e dell’efficacia dell’assistenza sanitaria.
Guardando i dati risulta che il 41% dei leader della sanità indica come priorità assoluta la cybersecurity e la privacy dei dati. Un percentuale significativamente maggiore di quella registrata in Europa (21%) e a livello mondiale (20%), probabilmente influenzata dai gravi episodi di data breach verificatisi in Italia nell’ultimo anno. Per gli investimenti: fascicolo sanitario elettronico (55%) e telemedicina (45%) sono tra le priorità, ma per il 67% dei leader italiani della sanità l’intelligenza artificiale è al primo posto, rispetto al 60% a livello globale e al 56% in Europa. Nel prossimo futuro, anche grazie al PNRR, che prevede uno stanziamento di circa 20 miliardi di euro per il rafforzamento delle infrastrutture tecnologiche, l’intelligenza artificiale si stima continuerà a crescere. L’85% dei leader della sanità in Italia afferma sarà la loro principale priorità di investimento nei prossimi tre anni, rispetto al 78% a livello globale e al 72% in Europa.
In generale, la fiducia nell’utilizzo dei dati è alta. Due terzi (66%) ritengono che le proprie strutture dispongano della tecnologia necessaria per sfruttarne appieno il potenziale, e il 78% si sente sicuro dell’accuratezza dei dati a sua disposizione, un risultato nettamente superiore alla media europea (66%) e globale (69%).
Nel report non mancano gli ostacoli sul percorso della sanità data-driven. I principali timori sono legati alla sicurezza e alla privacy dei dati (32%), seguiti dalla difficoltà di gestire grandi volumi di dati (28%) e dalla mancanza di competenze del personale (27%). Per favorire un utilizzo efficace dei dati, secondo il 34% dei leader italiani della sanità bisognerebbe ripensare la ridistribuzione dei budget di investimento. Un dato nettamente superiore a quello dei colleghi europei (22%) della media globale (21%).
Dall’indagine emerge inoltre la fiducia dei leader italiani della sanità nelle potenzialità dell’analisi predittiva. Circa tre quarti (72%) degli intervistati ritiene che possa avere un impatto positivo sulle prestazioni sanitarie, mentre il 68% afferma che potrebbe avere un impatto positivo sulla value-based care e sui costi delle cure (63%), rendendo così l’assistenza sanitaria più sostenibili e accessibile. Riguardo allo stato dell’arte, il 65% degli intervistati italiani dichiara di aver già adottato o essere in procinto adottare l’analisi predittiva: un dato che pone il nostro Paese al quinto posto della classifica globale, ben sopra la media (56%) e a poca distanza da Stati Uniti (66%) e Brasile (66%), seppur nettamente distaccati dai leader in quest’ambito, rappresentati da Singapore (92%) e Cina (79%).
Emerge infine dall’analisi l’importante ruolo che i leader italiani della sanità attribuiscono alle partnership, tanto con le altre strutture sanitarie quanto con le aziende attive nella Health Technology. Dalle collaborazioni con le aziende, i leader italiani della sanità si attendono vantaggi che vanno dall’accesso a modelli di pagamento flessibili e opzioni di finanziamento innovative (44%) alla formazione e la preparazione del personale (31%), dalla visione strategica per il futuro (27%) alla consulenza specializzata (26%).
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