Medicud porta innovazione e accessibilità nel trattamento delle ferite chirurgiche. L’intervista ad Antonio D’Angelo
17/03/25
Medicud ha sviluppato Dryum, un dispositivo monouso per il trattamento delle ferite con pressione negativa

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Medicud ha sviluppato Dryum, un dispositivo monouso per il trattamento delle ferite con pressione negativa
Grazie al Premio 2031, approda in Fondazione Toscana Life Sciences Medicud, startup che punta su un’idea destinata a migliorare la gestione delle ferite chirurgiche. Già nel 2020, infatti, il giovane ingegnere Antonio D’Angelo e suo padre, chirurgo, hanno pensato di rendere accessibile a un numero sempre maggiore di pazienti una tecnologia avanzata per la gestione delle ferite post-operatorie e la prevenzione di possibili infezioni. Con Dryum, innovativo cerotto a pressione negativa, Antonio e il suo team stanno lavorando per migliorare gli standard di cura, riducendo i costi e ottimizzando i percorsi di guarigione. Ora, dopo studi clinici, brevetti e il recente successo in un round di finanziamento internazionale, Medicud è pronta a fare il passo successivo: portare Dryum sul mercato e renderlo uno standard di riferimento a livello globale.
Antonio, come nasce Medicud, qual è la vostra storia?
La storia di Medicud ha inizio nel 2020, da una conversazione tra me, neolaureato in Scienza e Ingegneria dei Materiali, e mio padre, chirurgo generale e toracico a Roma. Mio padre mi raccontò di come, per ridurre l’incidenza delle infezioni post-operatorie, in ospedale si utilizzassero cerotti innovativi dotati di una pompa elettronica, in grado di rimuovere i fluidi in eccesso e favorire una corretta guarigione delle ferite chirurgiche. Nonostante l’efficacia del dispositivo, però, il costo elevato ne limita fortemente l’uso: attualmente, solo il 5% dei pazienti può beneficiarne, mentre l’obiettivo sarebbe raggiungere almeno l’80%. Medicud nasce proprio da questa esigenza, con l’obiettivo di colmare il divario tra domanda e offerta, rendendo accessibile a un numero sempre maggiore di pazienti una tecnologia avanzata, essenziale per la prevenzione delle complicanze post-chirurgiche.
Qual è l’idea alla base del vostro business?
Approfondendo i dati relativi alle infezioni delle ferite chirurgiche, ho scoperto che, a livello internazionale, l’incidenza si aggira intorno al 10%, con costi estremamente elevati per le strutture ospedaliere. Il trattamento di una singola infezione può arrivare a costare circa 30.000 euro, prolungando la degenza dei pazienti di quasi due settimane. Questo non solo incide pesantemente sui costi diretti e indiretti della sanità, ma sottrae tempo prezioso ai professionisti, che potrebbero invece dedicarsi a nuovi interventi, con un impatto significativo anche sulle liste d’attesa e sulla qualità del recupero post-operatorio del paziente. Per rispondere a questa esigenza ancora insoddisfatta, ho deciso di coinvolgere Andrea Cazzulani, ingegnere aerospaziale e amico d’infanzia, per sviluppare una soluzione innovativa in grado di ridurre i costi e rendere le medicazioni avanzate accessibili a un numero molto più ampio di pazienti.
A che punto siete?
I primi tre anni di attività li abbiamo dedicati allo sviluppo, quindi alla creazione di prototipi che potessero soddisfare tutte le nostre esigenze, depositando cinque brevetti. La produzione vera e propria è iniziata l’anno scorso, passando dall’idea sviluppata in laboratorio ai primi prototipi realizzati con la stampante 3D, per poi passare all’industrializzazione vera e propria. In questo momento ci troviamo nella fase di validazione. Abbiamo già completato un primo studio clinico, e presto ne inizieremo un altro in chirurgia ortopedica, con l’obiettivo di ottenere, entro il primo trimestre del 2026, la marcatura CE e l’autorizzazione dell’FDA. Recentemente abbiamo inoltre chiuso un seed round che ha visto la partecipazione di numerosi investitori internazionali, tra cui il fondo americano Chmbr Investment Partners 1, il fondo francese 50 Partners Health e Badge Business Angels des Grandes Écoles. Grazie al loro sostegno, ora siamo pronti per portare avanti il nostro secondo studio clinico e ottenere le approvazioni normative (CE + FDA).
Quali sono le caratteristiche del vostro prodotto, Dryum?
Dryum è un nuovo dispositivo monouso per il trattamento delle ferite con pressione negativa. A prima vista è un semplice cerotto, simile a quelli attualmente utilizzati nel post-operatorio, ma con un’importante differenza: è dotato di una pompa meccanica che crea una suzione continua, favorendo così una corretta guarigione delle ferite chirurgiche. Realizzato con un materiale completamente idrofobico, Dryum non assorbe liquidi, il che gli permette di non gonfiarsi e di garantire quindi una maggiore durata, oltre ad assicurare la creazione di un sistema chiuso e completamente isolato dall’atmosfera. Dal cerotto parte poi un tubo di un metro (regolabile in lunghezza), che si avvita alla pompa. Quest’ultima è costituita da un pistone azionato da una molla, che entra in funzione solo in presenza di liquido, e la pompa ha un contenitore con una capienza di 55ml. L’assenza di componenti elettroniche riduce significativamente il costo del dispositivo, rendendolo un’alternativa più accessibile rispetto alle soluzioni attualmente disponibili sul mercato ma nulla cambia in termini di efficacia e usabilità. Il cerotto viene applicato esclusivamente in sala operatoria da chirurghi e infermieri.
Quanti siete in Medicud?
Al momento siamo in 4, ma abbiamo tutto ciò che ci serve. Oltre a me, che sono il Founder e CEO di Medicud, c’è Andrea Cazzulani, che è Co-founder e CTO, Cristina Scarano, la nostra R&D Engineer, e Filippo Forte, il nostro responsabile degli affari regolatori.
Avete vinto il Premio 2031 che vi ha messo in contatto con TLS. Cosa vi aspettate da questo percorso?
Dal percorso con TLS ci aspettiamo un'opportunità concreta per entrare in contatto con il maggior numero possibile di potenziali utilizzatori e stakeholder del settore. Al momento, Dryum non è ancora in fase di vendita, quindi il nostro obiettivo principale è raccogliere feedback preziosi da parte di ospedali, cliniche specializzate e professionisti sanitari, per perfezionare ulteriormente il dispositivo e adattarlo alle reali esigenze del mercato. Inoltre, vogliamo avvicinarci ai principali distributori di dispositivi medici, che potrebbero rappresentare un partner strategico fondamentale per la futura commercializzazione del nostro prodotto. Crediamo che il network, le competenze e il supporto offerti da TLS possano aiutarci a validare il nostro modello di business, definire al meglio la nostra strategia di ingresso sul mercato e accelerare il processo di adozione di Dryum nelle strutture sanitarie.
Cosa prevedete per il futuro di Medicud?
Il nostro obiettivo principale è portare Dryum sul mercato e renderlo uno standard di riferimento nel trattamento delle ferite chirurgiche con pressione negativa. Attualmente siamo concentrati sul perfezionamento del dispositivo e sulla raccolta di feedback, ma a medio termine puntiamo ad avviare la produzione su larga scala, sia in Italia che all’estero, stringendo partnership strategiche con distributori di dispositivi medici. Dopotutto, solo nei paesi del G7 vengono effettuate circa 130 milioni di operazioni incisionali ogni anno, e questo significa che potremmo contribuire a migliorare il percorso di guarigione di milioni di persone in tutto il mondo. Medicud nasce per rispondere a un bisogno clinico ancora insoddisfatto, e il nostro impegno è quello di continuare a innovare per migliorare la qualità delle cure e ridurre l’incidenza delle infezioni chirurgiche a livello globale.
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